La comunicazione feromonale nel cane. Parla l'educatrice cinofila Carlotta Nucci del centro faentino Wild dog training
Proseguiamo la collaborazione con l’educatrice cinofila Carlotta Nucci del centro Wild dog training asd Faenza che sulle pagine di Setteserequi da suggerimenti utili sulla gestione dei nostri pet.Possiamo osservare la comunicazione dei nostri cani e cercare di interpretarla, osservando attentamente ogni minimo dettaglio, analizzando le posture, le traiettorie, gli accenni del capo, la pilo erezione. Ma c’è un tipo di comunicazione tra cani per cui è difficilissimo per noi avere possibilità di lettura: si tratta della comunicazione chimica. Capiamo quanto questa sia importante andando anche solo ad analizzare alcuni numeri legati al senso dell’olfatto del cane. Basti pensare infatti che la superficie dell’epitelio olfattivo, che nell’umano è di 2,5 cm², nel cane è di 150 cm². I recettori olfattivi invece, che nell’umano sono 5 milioni, nel cane sono, pur variando da razza a razza, decisamente più numerosi: possono arrivare a 300 milioni (pensato solo che la corteccia olfattiva canina occupa il 12,5% della massa totale del cervello dell'animale mentre quella umana ne ricopre appena l'1%). Ma che cos'è la comunicazione chimica? È l’invio di messaggi attraverso molecole odorose o non odorose che vengono rilasciate nell’aria, nell’acqua o nel terreno, così da poter arrivare a distanza a più riceventi. La comunicazione chimica ha il vantaggio di poter essere usata senza che sia presente il destinatario, perché può essere utilizzata per comunicare a distanza di tempo e di spazio. A livello visivo, per l’umano uno dei momenti più facili per individuare una comunicazione di tipo chimico tra cani è ad esempio quando un cane marca tramite urina e l’altro va ad annusarla e magari risponde urinando a sua volta. Ma la comunicazione chimica è molto più complessa di così, e non si limita alla semplice marcatura urinaria. Ad essere parte integrante della comunicazione chimica sono i feromoni: molecole prodotte da ghiandole specializzate, posizionate in specifiche parti del corpo del cane come la testa, la zona boccale, il padiglione auricolare, la zona del solco intermammario, nella zona dell’ano, sui cuscinetti delle zampe e nella zona interdigitale e in quella della coda. Talvolta la comunicazione chimica si va ad intersecare con la comunicazione visiva, questo accade ad esempio quando un cane raspa il terreno: oltre all’odore che lascerà, resteranno evidenti segni di graffiature. Esistono moltissimi tipi differenti di feromoni, che hanno “compiti” differenti: possono ad esempio innescare un comportamento o inibirlo: ci sono quelli di tipo sessuale, di allarme, di cura, territoriali, di identificazione o di appagamento. Il mondo dell'olfatto, della comunicazione olfattiva e feromonale, e delle potenzialità che ha il cervello del cane ci sono per lo più ancora ignote, ma stiamo facendo progressi in ambito di ricerca per capirci sempre un po’ di più. (c.n)