Il caso Abajur di via Ghibuzza è stato solo l'ultimo della serie. Ma il problema dei locali del centro storico che sforano i limiti acustici o degli schiamazzi all'esterno che disturbano i residenti, rimane. Ecco perché l'assessore al Turismo del Comune di Ravenna Giacomo Costantini è al lavoro, insieme ai propri uffici e alla Polizia municipale, per mettere nero su bianco alcune linee guida che possano risolvere il difficile equilibrio tra imprenditori, residenti e frequentatori dei pubblici esercizi: «Stiamo valutando l'ipotesi di emanare, a partire dalle linee guida, un'ordinanza ad hoc. Il messaggio che deve passare, però, è che la logica non è punitiva o repressiva. Il nostro obiettivo è far convivere, il più possibile serenamente, le esigenze di tutti. Siamo davanti a un problema non solo ravennate ma italiano: la configurazione dei nostri centri storici fa sì che ci sia la necessità di mettere insieme la quiete di chi ci abita, le necessità di divertimento dei cittadini e i bisogni imprenditoriali. Siamo i primi a voler difendere l'idea che non si debba verificare una svalutazione commerciale».
Ma cosa può fare, nello specifico, l'Amministrazione comunale? «Non tutto quello che si può pensare – spiega Costantini -. Siamo vincolati da direttive europee tramutate in normative nazionali o regionali, sulle quali non possiamo intervenire. Dal canto nostro possiamo facilitare le attività di intrattenimento e preservare i residenti. Quando non ero ancora assessore, all'interno della commissione pubblici esercizi proposi di non liberalizzare le licenze in centro storico e di far produrre ai locali l'attestazione del collaudo acustico, che dimostra come ci siano stati interventi infrastrutturali a tutela del rumore. Come Comune, in ogni caso, possiamo anche sensibilizzare i frequentatori dei bar affinché rispettino i residenti e collaborino con gli imprenditori per limitare il vociare, soprattutto all'esterno». Quanto al ruolo della Municipale, l'idea di Costantini è che intervenga solo in presenza di un'infrazione vera, non per perlustrare a sorpresa: «Facciamo appello al senso di responsabilità di ogni soggetto, perché il centro storico è di tutti. Lo facciamo in vista della primavera, quando il tema tornerà attuale nonostante il regolamento parli di una ventina di serate in deroga, di cui sedici all'esterno. Siamo, d'altro canto, sempre disponibili a incontrare i residenti per mediare conflitti prima che si prenda una brutta piega. I contenziosi costano e vogliamo evitare di considerarla l'unica strada». Per ampliare il discorso, per l'assessore l'ideale sarebbe avere a disposizione dei finanziamenti per poter realizzare lavori di isolamento acustico: «Noi non possiamo certo andare a dire ai residenti di insonorizzare e mettere i doppi vetri. Certo dispiace la vicenda dell'Abajur, che stava mettendo in campo un'ottima programmazione artistica, quando si è vista costretta a dire stop. Nell'epoca dei social network, il fatto che le piazze e i bar siano ancora punti di aggregazione, è qualcosa di estremamente positivo».