Ravenna, pronto soccorso, i gruppi comunali di opposizione: "I disagi dovuti al Covid sono il risultato di anni di sottovalutazione dei problemi già esistenti"
I consiglieri dell'opposizione non hanno tardato a rispondere alla nota del sindaco Michele De Pascale che denunciava la situazione gravissima al pronto soccorso bizantino.
"Già dal 2012 criticavi quello che era all'epoca il nuovo pronto soccorso, che dimostrava di essere inadeguato per numero di unità, condizioni di attesa ecc - spiega Mauro Bertolino, coordinatore Emilia Romagna Alleanza di centro per i territori - La speranza di un miglioramento di questo servizio così fondamentale per la cittadinanza invece di concretizzarsi negli anni è andata via via spegnendosi. Episodi simili a quello ultimo del 48enne che ha atteso 72 ore su una barella si sono susseguiti con regolarità negli anni, a testimoniare l'inadeguatezza di una struttura relativamente nuova a discapito di una altissima professionalità del personale operante, che non può comunque sopperire alle mancanze di tipo organizzativo e strutturale. Non sono mancare segnalazioni da parte della politica, né tantomeno direttamente da parte dei cittadini, ma evidentemente quello messo in piedi dalla politica locale di maggioranza è un sistema che non funziona difficile da correggere e, sinceramente, le scuse tardive del sindaco accompagnate alle raccomandazioni di non saturare il pronto soccorso puzzano ancora una volta di campagna elettorale sulla pelle dei cittadini.
Non è certo colpa della cittadinanza se il pronto soccorso è inadeguato e preso d'assalto perché altri servizi come la guardia medica non funzionano a dovere. I fatti di oggi sono purtroppo l’ennesimo esempio di azioni non poste in essere quando era necessario essere incisivi e di scarso peso politico esercitato da Ravenna nell’azienda sanitaria unica, il cui precedente direttore, in particolare, non aveva alcun interesse a toglierla dal ruolo di Cenerentola per ragioni di equilibri politici, subìti, ma non per questo tollerabili, anche dallo stesso sindaco - continuano i consiglieri d'opposizione - I risultati odierni altro non sono dunque che l’esempio più plastico di un sistema di potere interprovinciale che mostra oggi tutti i difetti che per lungo tempo sono stati cacciati come la polvere sotto il tappeto per giustificare la creazione di un’Ausl unica che tuttora, dopo anni, non è ancora pienamente omogena. Ma non è tutto. Troppo lenti e poco incisivi i passi per rendere più efficiente la medicina territoriale che è stata lasciata dapprima eccessivamente autonoma, e d’improvviso messa alla prova più dura senza alcun paracadute con il risultato che molti pazienti, preoccupati dal Covid, quando non trovano il proprio medico di medicina generale, il quale ha l’ordine di sconsigliare l’accesso in ambulatorio e, dopo aver provato invano a parlare con l’igiene pubblica ai cui numeri di telefono è un’impresa ricevere risposta, si precipitano in un pronto soccorso che già non brillava fra quelli dell’area vasta. Come forze di opposizione non saremo mai contrari a collaborare con il sindaco e con la maggioranza per indicare soluzioni utili a risolvere problemi da loro stessi creati, purchè ne venga ammessa la piena responsabilità politica anche rispetto al passato. In questo senso fa sorridere come ogni settimana il sindaco, che ora avrebbe la possibilità di mettere una pezza ai danni precedenti grazie a una direzione aziendale che a differenza della precedente ha almeno il pregio di non negare i problemi, si faccia campagna elettorale proprio usando il Covid e dialogando mediaticamente con un dirigente sanitario, dopo aver lanciato un appello all’opposizione affinchè il virus non fosse argomento di campagna elettorale. Inizi lui a non usarlo e faremo le nostre valutazioni, a partire dall’imminente consiglio comunale sulla sanità previsto per il 12 gennaio prossimo alla presenza del direttore Carradori. Il tutto, per quanto ci riguarda, a beneficio della salute dei ravennati e non delle dinamiche interne al Pd e al suo sistema di potere nel settore sanitario emiliano romagnolo".
"Solo chi è privo di memoria può abboccare alla “pelosa” dichiarazione del sindaco di Ravenna - commentano i consiglieri d'opposizione Alberto Ancarani (Forza Italia), Nicola Pompignoli (Lega) e Samantha Tardi (CambieRà) - In essa, dopo un doveroso e condivisibile ringraziamento al personale sanitario, ecco le scuse inevitabili per i disagi, veramente fortissimi, patiti dai ravennati e subito dopo una promessa di “rapide soluzioni”. Appare a questo punto necessario mettere qualche puntino sulle i. In primis, va detto che i disagi del pronto soccorso di questi giorni, al momento dovuti alla crisi covid, sono in realtà il risultato di anni di sottovalutazioni del problema “pronto soccorso” durante le precedenti direzioni aziendali, di cui il Pd e il sindaco De Pascale portano la piena responsabilità e che l’opposizione ha da sempre denunciato. Non si può per esempio tacere come la dirigente storica del pronto soccorso, sotto la cui gestione i disagi erano già noti, venne nuovamente e quasi “occultamente” coinvolta dopo il suo pensionamento addirittura presso lo stesso reparto, come una specie di dirigente “ombra” profumatamente pagata nonostante non avesse brillato per meriti… Sotto quella dirigenza i codici bianchi intasavano un pronto soccorso già all’epoca in pesante deficit di organico non tanto per la annosa, e tuttora grave, difficoltà di far assorbire i casi meno gravi dalla medicina territoriale, ma piuttosto per un’errata modalità di gestire il triage. Si aggiunga che le inefficienze di altri reparti, che oggi vengono sommate all’assenza di spazi sufficienti nel pronto soccorso, sono state tollerate senza fare un plissè, nonostante ogni anno i consiglieri di opposizione in un puntuale consiglio comunale tematico sul tema, rappresentassero dettagliatamente quali fossero le criticità più evidenti, anche a livello di direttori di struttura complessa, nel nosocomio ravennate".
"Sulla salute dei ravennati non si scherza. E le scuse tardive e anche un po’ fasulle per i disservizi del nostro pronto soccorso sono solo chiacchiere inutili che non migliorano di un millimetro la situazione, per molti aspetti tragica, della sanità ravennate- sottolinea la consigliera della Pigna Veronica Verlicchi. Vanno garantiti servizi sanitari rispondenti alle esigenze della comunità ravennate e non quelli decisi a tavolino dalle logiche partitiche e dagli equilibri fra istituzioni, ben lontani da ciò di cui il nostro territorio ha bisogno. Una situazione deficitaria, quella del ravennate, già prima della pandemia. Scelte sbagliate e scelte non fatte che hanno portato al depauperamento delle eccellenze del nostro ospedale cittadino, creando un’offerta di servizi frammentaria e a volte persino inadeguata".