Ravenna, Molducci (consiglio comunale): "A gennaio ripartiamo da sanità e sostenibilità ambientale"
Federica Ferruzzi - In vista delle prossime elezioni amministrative che si svolgeranno nel 2021 abbiamo rivolto alcune domande alla presidente del consiglio comunale di Ravenna, Livia Molducci. Sanità e sostenibilità ambientale coniugate ad uno sviluppo delle diverse attività che possano portare maggiore occupazione, in particolare femminile, i temi prioritari su cui si concentrerà il consiglio a partire da gennaio.
Partiamo da un bilancio di questi quasi 5 anni: quali sono state le conquiste principali del consiglio comunale?
«Il consiglio comunale ha compiti di indirizzo e controllo sull’attività del sindaco e della Giunta. Con il voto sulle delibere che vengono proposte dagli assessori decide inoltre quali scelte interverranno davvero a migliorare la vita dei ravennati nei limiti del ruolo attribuito dalle leggi al nostro livello decisionale. In questo quadro, ritengo un risultato da evidenziare il non aver ridotto le risorse per la cultura e l’istruzione, ma anzi essere riusciti ad aumentarle di anno in anno. Proprio come le risorse profuse per far fronte ai nuovi bisogni e alle nuove povertà emerse in quest’anno di pandemia, attraverso i Servizi Sociali senza arretrare sui servizi già offerti e re-internalizzandoli nei servizi comunali. Penso al supporto alla biblioteca civica all’altezza dei tempi, nonostante il Covid, e all’implementazione dei servizi, a parità di personale impiegato, con un grande impegno dei bibliotecari che lavorano incessantemente anche in questo periodo. Debbo dire che trovo ingiustificato consentire l’apertura di bar e ristoranti anche se solo fino alle 18 e prevedere la chiusura delle biblioteche impedendone l’accesso agli studenti. E’ miope nutrire il corpo e non la mente. E’ un messaggio sbagliato per i nostri giovani, ma purtroppo su questo il consiglio comunale non ha nessuna possibilità di incidere e neppure il sindaco, ma soltanto il Governo ed il Parlamento. Voglio citare, tra le tante cose fatte dal Consiglio, la recente approvazione del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (Peba) che ha vissuto un percorso lungo, ma che siamo riusciti ad approvare unitamente ad altri piani che dovevano necessariamente esser coordinati con il Peba. Va evidenziato l’aumento considerevole, rispetto al quinquennio precedente, degli investimenti per lavori di edilizia scolastica, che hanno consentito in quest’anno particolare, grazie anche alla tempestività nell’esecuzione, di riaprire a settembre le scuole elementari e medie in sicurezza. Come pure un aumento degli investimenti per lavori pubblici. Oltre alla bella Darsena sotto gli occhi di tutti, l’avvio del cantiere nell’ex caserma di via Nino Bixio che tanto aveva impegnato l’amico Gabrio Maraldi, scomparso prematuramente, e che, nonostante alcuni rallentamenti, vedrà presto la luce restituendo alla città uno spazio rinnovato e più verde. Sono poi stati di grande aiuto a chi ne aveva più bisogno la tempestività nell’anticipazione dei buoni spesa, la riduzione delle rette dei nidi e le anticipazioni della cassa integrazione per gli aventi diritto».
Il 2020 è stato complicato anche dal punto di vista dell’organizzazione: come sono andati avanti i lavori del consiglio?
«I lavori del consiglio comunale sono stati sospesi con il primo lockdown a marzo per circa un mese e sono ripresi non appena è entrata in vigore la norma che consentiva, con provvedimento del presidente del Consiglio, di svolgere i lavori consiliari in videoconferenza con tutte le garanzie di pubblicità e trasparenza. Certo è venuta meno la possibilità, per il pubblico, di partecipare alle sedute in presenza, ma è rimasta la diretta streaming. La prudenza mi ha sempre guidato nel proseguire in modalità a distanza anche quando molti consiglieri volevano, legittimamente ma poco prudentemente, tornare a fare i consigli in presenza. Ogni richiesta in tal senso è poi cessata nel momento in cui è divenuto obbligatorio portare la mascherina per tutta la durata del consiglio se si frequentavano le sale comunali. Ho potuto comunque constatare una grande collaborazione da parte di tutti i consiglieri che ha consentito di proseguire i lavori con l’approvazione di tutti gli atti necessari per garantire il buon funzionamento dei servizi e l’avvio di investimenti comunali. Mi preme poi sottolineare che, grazie alla disponibilità del sindaco, anche il mese di sospensione dei lavori consiliari non ci ha impedito di riunirci nella conferenza dei capigruppo per consentire a tutti di proporre quesiti al primo cittadino che, settimanalmente, ci aggiornava sull’andamento dell’epidemia. Un’esperienza di rapporto diretto che si è rivelata unica nel panorama dei comuni italiani quando mi sono confrontata con i colleghi nella conferenza dei presidenti dei consigli comunali istituita presso l’Anci».
Come valuta la presenza delle donne nei ruoli chiave delle istituzioni ravennati? Soddisfacente? O, come pare, i numeri sono ancora troppo bassi? Come fare per invertire la rotta?
«La mia è una valutazione non del tutto negativa. Nel senso che la presenza è qualitativamente molto forte, ma quantitativamente ancora insufficiente. Personalmente auspico una totale parità di rappresentanza e non mi accontento certo dell’attuale percentuale di quota rosa inderogabile per legge. Il mondo e la società sono femminile e maschile e ogni luogo di rappresentanza della società deve avere un riferimento maschile e uno femminile. Io sono cresciuta culturalmente e politicamente, nel senso più alto del termine, all’interno dell’Agesci, associazione guide e scout cattolici italiani, dove dal 1974 i capi - dal livello nazionale a quello locale - erano un uomo e una donna insieme e con pari poteri e doveri: questo è il mio modello ideale di rappresentanza anche in politica. Per invertire la rotta è necessaria una maggior consapevolezza di tutti su quanto il contributo delle donne sia, a ben vedere, semplicemente necessario».
Il 2021 vedrà l’elezione del nuovo primo cittadino, ma magari i tempi sono più che maturi per avere una sindaca?
«Ci sono grandi città amministrate da brave donne sindaco. Parigi e Barcellona per citarne due note a tutti. Anche a Ravenna ci sono, secondo me, donne che potrebbero ben ricoprire questo ruolo. Ma l’attuale sindaco, Michele De Pascale, sta ben amministrando e sarebbe un errore non lasciargli completare il progetto amministrativo che ha ben avviato malgrado le difficoltà del periodo. Certo, i prossimi cinque anni potrebbero essere utilmente impiegati per vedere al lavoro una vicesindaca; nella coalizione di centrosinistra ci sono donne autorevoli, basta solo volerlo».
Pochi mesi e il lavoro di questo consiglio comunale finirà: su cosa si concentrerà l’attività del prossimo anno?
«Fin dall’inizio del 2021 l’attività del consiglio comunale sarà intensa in materia di sanità. Apriremo l’anno con una seduta tutta dedicata a questo tema, il 12 gennaio. Non siamo fuori dalla pandemia ed è necessario proseguire con impegno nel ruolo di collaborazione con i sanitari impegnati in prima linea. Lavoreremo, poi, al completamento della realizzazione del programma di mandato approvato nelle sue linee guida ad inizio della consiliatura. E non è detto che questo lavoro si protrarrà per pochi mesi, dato che ancora non conosciamo la data delle prossime elezioni amministrative che potrebbero svolgersi, come ci auguriamo, alla scadenza naturale di maggio, ma che potrebbero anche slittare ai mesi autunnali come da qualcuno inizia ad essere ipotizzato».
Quali sono, secondo lei, le priorità per la città da raggiungere nel 2021?
«La sostenibilità ambientale coniugata ad uno sviluppo delle diverse attività che possono portare maggiore occupazione, in particolare quella femminile. La ripresa delle attività culturali che tanto ci mancano, la riapertura dei teatri e dei musei e la piena realizzazione dell’intenso programma delle celebrazioni dantesche che proporranno la centralità della nostra città nel mondo grazie a Dante e la peculiare partecipazione dei nostri cittadini a questi eventi tanto sentiti. Tutto questo senza mai perdere di vista l’obiettivo della salute e dell’uguaglianza sostanziale per colmare le distanze che la singolare condizione pandemica ha mostrato in tutta la sua consistenza e in alcuni casi anche aggravato».