Ravenna, in carrozzina da trent'anni: «Quante barriere mentali»
«Chi può camminare non se ne rende conto. Ma per me, anche un piccolo buco per strada, rischia di farmi ribaltare". Lorenza Molari, 47 anni, in carrozzina da quasi trenta in seguito a un incidente stradale, ben conosce le barriere architettoniche che anche una città come Ravenna presenta: «Le insidie sono sempre moltissime, a partire dalle auto parcheggiate sui marciapiedi, passando per la mancanza di educazione civica che porta le persone a mettere l'auto negli stalli per disabili o a utilizzare il permesso di altri». Per Lorenza, che domenica 27 gennaio sarà la protagonista di una sfilata di abiti a Porto Fuori (vedi box), le barriere sono a volte più mentali che fisiche: «Al di là degli ostacoli che incontro un po' ovunque, come per esempio al mercato, dove c'è sempre il pericolo di cadere a causa delle condizioni della strada, trovo che finché la gente non si sensibilizzerà e non riuscirà ad entrare in empatia con i problemi degli altri, sarà difficile che le città si attrezzino per diventare più accessibili. Solo se si percepisce che una cosa è ingiusta, ci si muove effettivamente per cambiarla. Insomma, prima di togliere uno scalino che impedisce a una persona con disabilità di entrare in un luogo, bisogna cambiare atteggiamento e mentalità». Lorenza, che è anche mamma di una ragazzina di tredici anni, è arrivata a meravigliarsi quando qualcuno, per strada, fa un gesto carino e le chiede se ha bisogno: «Quando accade, mi si apre il cuore e inizio a sorridere. Certo che è strano, doversi stupire quando qualcuno si comporta come si dovrebbe. Ma avviene perché molto più spesso capita il contrario. Io ci passo sopra, sono ormai rassegnata. Mio marito, invece, si infervora sempre moltissimo». Ed è proprio con suo marito Marco che Lorenza, due anni fa, è stata tra i protagonisti della trasmissione «Diversamente amore» andata in onda su Rai Due. Dove ha raccontato anche la realizzazione del suo sogno di maternità, frontiera che ad alcuni sembrava irraggiungibile. Lorenza, immortalata poco dopo il parto anche dal fotografo Giampiero Corelli nel libro e nella mostra «Mamma mia», fino al settimo mese ha sfidato ogni ostacolo e ogni insidia, caricando la carrozzina in macchina come aveva, fino ad allora, sempre fatto. Del resto, mamma, lo era già, avendo già contribuito alla crescita di Matteo, figlio del marito, cosa che continua a fare tutt'oggi.