Ravenna, ‘Il piatto sospeso’, stop dopo soli 5 anni. Parla Chiarini (Ravennafood)

Partito appena prima dell’emergenza Covid nel 2019 per rispondere almeno parzialmente all’aumento della povertà -fenomeno generalizzato in campo nazionale- dal versante dell’alimentazione coinvolgendo la ristorazione ravennate del comitato “RavennaFood” filiazione locale di CheftoChefemiliaromagnacuochi, il progetto “Piatto sospeso” è stato “sospeso” il mese scorso.
Il semplice meccanismo che poteva garantire qualità e dimensione salutistica, presupponeva il coinvolgimento sia di cittadini sensibili al problema che nei ristoranti aderenti all’iniziativa potevano acquistare buoni da 10 euro e sia della ristorazione attenta ai temi sociali che con i buoni incassati consegnava piatti o “sportine” alimentari alle mense sociali esistenti ed aveva più incassi, non secondari in particolare in momenti di profonda crisi. «La gestione di questo progetto in capo prevalentemente a RavennaFood era poi supportata dal Comitato “Ecologia di Comunità”, recentemente disciolto, costituito da una decina di associazioni rivolte al contrasto alla povertà nel Ravennate in sintonia con le politiche comunali e con l’attività di Caritas, della mensa di Fraternità della Parrocchia di San Rocco, del progetto Crescita della Coop. Solco e della struttura “Re di Girgenti” di via Mangagnina- ha spiegato Franco Chairini del comitato Ravennafood. Ultimamente nell’ambito del progetto “Borgo San Rocco” si era impostata una rete di esercizi del borgo stesso per raccogliere, tramite Satispay, fondi a sostegno della mensa della Parrocchia.
Le difficoltà che stanno coinvolgendo l’intero settore del volontariato, quello della ristorazione e dell’associazionismo in generale e la mancanza di disegni strutturati e aperti da parte dell’insieme degli attori imprenditoriali e istituzionali hanno influito sulla nostra decisione di sospendere il Piatto sospeso in attesa di momenti migliori per politiche di accoglienza e di
inclusione fondamentali per uno sviluppo economico equilibrato di cui dimensione ambientale e sociale costituiscono alcune non secondarie condizioni essenziali». Nei ristoranti che aderivano all’iniziativa “Piatto sospeso” tra cui La cucina del Condominio, Laboratorio 81, Babaleus, sia pranzando al loro interno sia acquistando piatti da asporto che ordinando pranzi “a domicilio” durante la pandemia, si potevano acquistare “buoni” di 10 euro (o multipli) per offrire buone pietanze alle persone dei centri e delle strutture di accoglienza ravennati: “Il Re dei Girgenti” di via Mangagnina, la Caritas diocesana, la Mensa della Fraternità a San Rocco, “Ora e sempre Resistenza” di Piangipane e la Cooperativa “Progetto Crescita” di via Oriani, tutte impegnate nel contrasto alla povertà alimentare. Gli stessi “buoni” potevano essere acquistati nei negozi dei produttori aderenti. Perdurando la difficoltà di gestione e coordinamento operativo anche del progetto “Borgo San Rocco”, nonostante l’impegno e il successo delle singole iniziative- una ventina in due anni e mezzo-, è stata anche sospesa, per ora, la progettazione di eventi. «Riteniamo esaurita la funzione dello stesso comitato “Ripensando Ravenna” che si era incentrato soprattutto nella realtà del Borgo San Rocco- prosegue Chiarini-. Vista la difficoltà di condivisione operativa delle finalità del progetto, a suo tempo condiviso, da parte delle associazioni di categoria di commercianti e artigiani ravennati e in attesa della definizione di un progetto di
‘rigenerazione urbana’ da parte delle istituzioni al quale potremmo contribuire come volontariato, riteniamo che, nostro malgrado, sia sempre più difficile continuare ad impegnarci nelle iniziative avviate. Se non si riprende in mano il progetto generale difficilmente si potrà proseguire in questa esperienza che avrebbe dovuto innescare altre iniziative similari in altri borghi ravennati che invece stanno procedendo autonomamente». (Marianna Carnoli)