Ravenna, il direttore del Cirsa: «Mi aspetto più risorse per la decarbonizzazione»

Romagna | 02 Gennaio 2021 Cronaca
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Silvia Manzani
«Mi aspetto che arrivino molte risorse, grazie al Recovery Fund, per le nostre attività». Andrea Contin, direttore del Centro interdipartimentale di ricerca per le scienze ambientali (Cirsa) di Ravenna, guarda al 2021 con fiducia: «Veniamo da un anno che ha avuto effetti devastanti sulla didattica e negativi anche sul lavoro della mia équipe, perché le restrizioni e la riduzione dei contatti significano meno esprimenti e anche meno idee, banalmente perché viene a mancare l’interazione tra le persone. Ma se i soldi verranno ripartiti a livello regionale come speriamo, potremo mettere in campo progettualità nuove. Come Polo ambientale, visto che l’ambiente sarà uno dei temi forti, dovremo assolutamente esserci e fare la nostra parte». Mentre in gennaio inizieranno gli esperimenti relativi a un progetto di sanificazione degli ambienti, un progetto legato al Covid, l’attività di ricerca del Cirsa sta andando già da tempo nella direzione della decarbonizzazione: «L’indirizzo generale è quello di eliminare le emissioni di CO2 direttamente o per sostituzione. Al momento stiamo lavorando a tre progetti che riguardano i biocombustibili e le bioplastiche. Si tratta di campi in espansione, sui quali siamo fiduciosi che possa esserci un allargamento della ricerca. Dovremo mettere a frutto nuove idee e farci trovare pronti, anche a livello di tempistiche, appena sarà ora». Il Cirsa, sempre per quel che riguarda la riduzione delle emissioni di CO2, è attualmente impegnato anche nella preparazione di due progetti europei legati al programma «Green deal» per quanto riguarda il «farm to fork», ovvero la catena del cibo dalla produzione al consumatore: «Noi siamo attivi più nella prima parte ma ci sono linee di ricerca che contemplano anche la logistica, i fertilizzanti, così come la sensibilizzazione dei consumatori finali». Guardando, invece, più in generale all’ambiente, Contin non ha potuto non notare come le limitazioni dei mesi scorsi abbiano portato, sia a livello mondiale (si parla di un -96%) che locale, a una riduzione delle emissioni di anidride carbonica: «In pratica è successo, almeno in Italia, quello che era capitato con la crisi economica del 2008. Ma questo modo forzato di abbassare il livello di inquinamento non è chiaramente la strada giusta. Sono situazioni temporanee, infatti, che non producono effetti reali e strutturali. Allora bisogna guardare al 2030, data entro la quale, per l’Europa, bisognerà abbassare le emissioni del 55%. Obiettivo che ci richiede di mettere in campo molte tecnologie diverse. Del resto, quando si parla di energie rinnovabili si intende un mix di tante cose da utilizzare insieme, perché non c’è niente che, da solo, possa sostituire il petrolio. Bisogna, invece, avanzare un fronte molto ampio di soluzioni». L’altra novità che riguarderà il 2021 sarà l’inaugurazione, a marzo, di una vera e propria «prima» italiana: «Un centro ricerca che vede noi e il Fraunhofer, la più grande organizzazione per la ricerca applicata in Europa, insieme, nei locali dell’ex Montedison a Marina di Ravenna. Abbiamo cinque anni, davanti, per avere successo. Lì dentro avremo laboratori molto attrezzati e realizzeremo prototipi avanzati per le aziende. Un risultato che, guardandomi indietro, non avrei mai immaginato all’inizio della mia carriera di fisico e poi di docente universitario. La vita, insomma, è piena di occasioni e senza dubbio se non avessi trovato, al Cirsa, persone capaci e motivate, tutto questo non sarebbe successo». Se analizza, invece, la sensibilità in campo ambientale che prima del Covid stava emergendo anche con le manifestazioni del movimento «Fridays for future», Contin ha pochi dubbi: «Credo che la pandemia ci abbia consegnato un lascito importante, la consapevolezza che ci sono valori, dalla giustizia sociale alla redistribuzione delle risorse, che vanno al di là del guadagno economico individuale. Anche l’ambiente ci rientra. Peccato che non sia un tema inquadrato a livello costituzionale, cosa che consentirebbe di fare molto di più. “Fridays for future”, in questo senso, è un aiuto. Ma ci vorrebbe qualcosa di più profondo». Con un occhio al territorio provinciale, sono due le operazioni alle quali Contin guarda con interesse: «Il primo è il progetto del parco eolico nel mare Adriatico, davanti alle coste di Ravenna, al quale parteciperà Saipem. L’idea è quella di produrre idrogeno in teoria pulito, quello che viene chiamato idrogeno verde. Alcuni non sono d’accordo perché le pale eoliche hanno un impatto visivo molto forte: vero ma si tratta pur sempre di un impatto visivo positivo e che fa rima con futuro. L’idrogeno verrebbe poi immesso nella rete del gas, formando l’idrometano, che è meno inquinante del metano, già sperimentato in alcuni autobus. L’altro è quello della cattura della CO2 per produrre combustibili liquidi. Si tratta, a mio avviso, di una grande visione per Ravenna».
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