Ravenna, i pareri dei balneari sull'estate 'allungata' e le novità in tema di Bolkenstein
Elena Nencini
Dopo un inizio di stagione burrascoso con l’alluvione di maggio, la stagione balneare ha avuto un insolito allungamento grazie alle temperature alte e al bel tempo. Maurizio Rustignoli, presidente Cooperativa spiagge Ravenna, parla delal possibilità di prolungare l’apertura degli stabilimenti balneari e della Bolkenstein.
Il meteo favorevole ha aiutato a risollevare una stagione cominciata male?
«Il mese di settembre, e anche ottobre in parte, possono avere contribuito ad aiutare una stagione che ha avuto una serie di difficoltà. Bisogna però sottolineare che si tratta di periodi che non hanno niente a che fare con le situazioni degli altri mesi. I numeri li fai, nel nostro territorio, a giugno, luglio, agosto, il resto non cambia l’andamento di una stagione. Certo, non si fanno fatturati importanti, ma tutto va bene: il fine settimana di questi mesi d’autunno, per chi riesce a stare aperto, è un incremento di incassi».
Quanti stabilimenti sono rimasti aperti?
«Fino alla fine di settembre un numero importante di stabilimenti, circa il 70%, con l’ingresso in ottobre c’è stata una diminuzione notevole, è rimasto aperto il 25%».
Qualcuno sta scegliendo di restare aperto anche durante l’inverno?
«Ancora non lo so, perché chi sceglie di rimanere aperto tutto l’anno deve fare le dovute comunicazioni a Comune e enti, naturalmente c’è un aggravio dei costi, bollette, spazzatura. Chi resta aperto deve avere strutture che siano in grado di dare i servizi giusti per quando le temperature si abbassano, per quando c’è burrasca. Alcuni stabilimenti si sono adeguati con strutture più fisse, con verande con vetro scorrevole, riscaldamento, ma devi anche pensare alla programmazione con il personale, una gestione familiare può permettersi una maggiore libertà e costi minori. Stabilimenti frequentati a livello sportivo o chi sta aperto con la ristorazione possono essere più interessati ad un’apertura invernale. Però a questo deve corrispondere l’apertura di strutture recettive dei paesi così come le località devono offrire attività, eventi. È un percorso, non qualcosa che puoi accendere o spegnere all’ultimo momento, il comparto balneare deve trovare sicurezza uscendo dalla spirale della Bolkenstein, facendo tornare la voglia di investire: come fai ad investire in questa cornice legislativa? Più che in passato l’allungamento della stagione diventerà un tema su cui fare investimenti sperando che ci vadano dietro anche le altre attività, siamo un po’ sottotono nei periodi invernali. Se troviamo un po’ di stabilità sarà un filone che crescerà».
Cosa ne pensa della possibilità di slittare la durata delle concessioni alla fine del 2024 che i sindaci dei Comuni della Romagna, insieme alla Regione, stanno sostenendo?
«Veramente già la legge prevedeva l’allungamento al 2024 e al 2025, sia con il Milleproroghe convertito a febbraio che con la legge 118/2022, fatta dal Governo Draghi, in questa ottica i Comuni possono dare validità ai titoli al 2024 e al 2025. Non si è fatto altro che attivare la legge. Il gesto dei sindaci della Riviera è stato apprezzato dagli operatori, ma del resto i Comuni non possono procedere alle evidenze pubbliche, finché il Governo non abbia stabilito i criteri. La vera domanda è che intenzioni ha la politica. Abbiamo 1500 imprese balneari in Romagna, sono tutte a gestione familiari, è il punto di forza della nostra Regione, da noi vieni perché il prodotto è completo, per l’accoglienza, i rapporti umani, i servizi: al bacino italiano e estero piace e continua a piacere. Il 2024 deve essere l’anno in cui la politica governativa prende il timone in mano in accordo con la Commissione Europea».
Ceccaroni (Coop. Bagnini Cervia): «Un altro anno d’attesa. Sono 15 anni che la Bolkestein ci frena»
Proroga alla Bolkestein fino al dicembre 2024, di parere diverso rispetto all’opinione di Rustignoli, il presidente della cooperativa Bagnini di Cervia, che raccoglie oltre 200 stabilimenti balneari, Milano Marittima, Pinarella e Tagliata, Fabio Ceccaroni, nonché proprietario – insieme alla famiglia - del Bagno Delfino 131 di Pinarella di Cervia.
Quanti sono stati gli stabilimenti che sono rimasti aperti in questa estate prolungata?
«Solo alcuni sono rimasti aperti, la stagione sicuramente è stata buona, il tempo è stato favorevole. C’è stato un discreto movimento in rapporto alla quantità di stabilimenti aperti: ma non avrebbe avuto senso se tutti fossero rimasti aperti. Direi che è rimasto aperto 1 stabilimento ogni 20. Ci sono alcune questioni che vanno messe in fila, non ultimo il meteo assolutamente favorevole ma non è certo una cosa normale. Come operatori balneari auspichiamo più caldo e condizioni meteo favorevoli, ma certo ci rendiamo conto che qualcosa è cambiato».
Chi è rimasto aperto?
«Non hanno chiuso a metà settembre gli stabilimenti che rimanevano aperti anche gli scorsi anni. Oggi il ristorante ce l’hanno tutti, è trasversale, rimane aperto chi è a conduzione familiare, riducendo così al minimo i costi o chi ha fatto una programmazione anticipata di eventi, o chi fa della ristorazione il primo core business e quindi è attrezzato per restare aperto anche se il tempo non è ottimale. Paradossalmente, forse, è più attraente rimanere aperto per uno stabilimento sul lungomare di Cervia dove le macchine ti vedono dalla strada e possono fermarsi, il cosiddetto acquisto di impulso. Se li andiamo a contare sono di più gli stabilimenti balneari che non hanno chiuso a Cervia che Milano Marittima, realtà più forte, più alberghiera. Una volta che chiudono gli alberghi anche le alte attività seguono».
Per quanto riguarda la Bolkenstein la proroga alla fine del 2024 vi rassicura?
«Assolutamente no. La proroga era prevista già dal governo Draghi se non ci fossero state le condizioni tecniche per le evidenze pubbliche. Manca ancora un documento quadro che permetta ai Comuni di stilare una sorta di bando e manca un dettaglio importante su come verrebbe trattato un eventuale concessionario uscente, un dettaglio non da poco. Ci tocca di aspettare. Ci dà una prospettiva di un anno, ma sono 15 anni che abbiamo prospettive di un anno. Navighiamo sempre allo stesso modo, a vista». (e.nen.).
Rossi (Marinamore): «Utile non chiudere»
Tra coloro che hanno scelto di rimanere aperti Giacomo Rossi, dello stabilimento balneare Marinamore di Marina di Ravenna, che racconta come è andata: «E’ stata un’opzione valida: viste le temperature abbiamo lavorato molto anche attirando clienti che non erano i nostri. Abbiamo deciso di semplificare l’offerta, ma il pubblico ha risposto molto, abbiamo avuto numeri alti. Visto che già da qualche anno il tempo ci permette di restare aperti la trovo un’opzione valida. Restare aperti tutto l’inverno invece dipende dalle strutture che hai, appena arrivano le prime giornate di freddo la gente smette di venire al mare. Se arriva il freddo bisogna avere una struttura coperta adatta per ospitare gente e eventi».