Ravenna, entro l'anno al via i lavori del parco inclusivo
Entro la fine dell’anno, dovrebbero partire i lavori per il primo parco inclusivo della città, un parco con giochi accessibili a tutti che sarà realizzato nell’area verde di fronte alla piscina comunale, il giardino Ipazia di via Calcagnini. Ad annunciare la chiusura del progetto è l’assessore comunale all’Ambiente Gianandrea Baroncini: «Al momento stiamo terminando alcune procedure amministrative. La vera novità è che, grazie anche al percorso che abbiamo fatto con alcune associazioni che si occupano di disabilità, questo parco sarà inclusivo fin dalla progettazione». Il modello è quello di Rimini anche se il confronto non regge sul fronte delle dimensioni: «Non vogliamo scatenare entusiasmi eccessivi, Rimini ha realizzato qualcosa di gigantesco rispetto a quello che andremo a fare noi. Sono certo, però, che il nostro sia un passo importante in una zona ideale, piena di scuole, densamente abitata, vicina alla piscina e sprovvista di un parco dove poter giocare». Il Comune, allo stesso tempo, ha scelto di non percorre la strada delle altalene accessibili alle carrozzine da installare, magari, nei parchi tradizionali: «Quando abbiamo deciso di sostituire i giochi nei parchi cittadini e del forese, abbiamo pensato di non ghettizzare i bambini con disabilità in giochi pensati solo per loro, che spesso sono oggetto di vandalizzazione o non vengono utilizzati».
ALTALENE CONTROVERSE
Le altalene a cui fa riferimento l’assessore sono le due dei Giardini Pubblici, al momento unici esempi di giochi frequentabili anche dai bambini in sedia a rotelle presenti in tutto il territorio comunale di Ravenna. A donarli, nel 2013, l’associazione Letizia Onlus con un contributo de «Il Sorriso di Giò», all’interno del progetto Playground free. Una donazione che secondo il presidente di Letizia Giovanni Santoro avrebbe dovuto aprire, nelle intenzioni dell’Amministrazione comunale, un percorso strutturato per rendere i parchi sempre più accessibili: «Noi, sei anni fa, abbiamo posato la prima pietra di quello che volevamo fosse un ampliamento del discorso. Per una associazione come la nostra, 14mila euro sono una cifra importante. Ma l’abbiamo investita come regalo alla città. Ancora oggi ci arrivano mail di ringraziamento sia da parte di usufruisce delle altalene. Avevamo scelto i Giardini per riuscire ad accontentare anche i turisti. Tutto bellissimo ma è finito lì». E Santoro è critico anche sul fatto che il Comune non abbia preso la palla al balzo quando ha deciso di investire 300mila euro per cambiare i giochi nei parchi cittadini: «Trovo che l’Amministrazione, sul tema dell’accessibilità dei parchi, sia inesistente e con scarsa capacità di programmazione. Su questo sono molto critico, è un peccato dare il via a un percorso che poi, per mancata volontà, si interrompe».
«ANDIAMO OLTRE»
Le altalene dei Giardini Pubblici sono però, secondo l’assessora all’Infanzia del Comune di Ravenna Ouidad Bakkali, una sperimentazione ormai superata: «L’inclusione che intendiamo oggi rispetto a qualche anno è molto diversa dall’idea di mettere qualche altalena destinata solo a chi è in carrozzina. Dobbiamo pensare a uno spettro di disabilità più ampio e mirare a luoghi dove possano giocare tutti. Ci sono bambini con disabilità uditiva, visiva, bambini che non possono muoversi. Anche imparando da Rimini, la direzione giusta è questa».