«Se è vero che i ragazzi usano con superficialità parole come “gay” o “omosessuale”, è altrettanto vero che nessuno insegna loro che dietro certe leggerezze e certi scherni, si cela un pericolo: quello di fare del male a chi vive già una sofferenza». Ciro Di Maio, presidente dell'Arcigay di Ravenna«Dan Arevalos», dopo il plauso al gesto del preside del liceo scientifico Gianluca Dradi, va oltre: «Questa vicenda ci deve far riflettere su molte cose, in primis sul fatto che entrare nelle scuole a parlare di bullismo, omofobia e transfobia oggi è quasi impossibile. La nostra associazione ha presentato mesi fa quattro laboratori strutturati per le scuole elementari, medie e superiori. Ma non abbiamo avuto nemmeno un'adesione. Eppure, siamo anche disponibili a studiare proposte ad hoc, sulla base di esigenze più specifiche. Viviamo, purtroppo, in un momento storico nel quale certe progettualità sono costrette a fare un passo indietro». Triste, secondo Di Maio, registrare il fatto che i pochi insegnanti che hanno mostrato un velo d'interesse, lo abbiano fatto solo per capire come l'Arcigay, su temi così delicati, lavori: «Brutto da dire ma i pochi curiosi volevano solo vedere quali materiali usiamo e come ci muoviamo. Dispiace notare come sia diffusa l'idea che sia sufficiente studiare questi argomenti sui libri. L'importanza dell'esperienza di vita diretta e di un know-how accumulato nel tempo viene tenuto in scarsissima considerazione». La preoccupazione del presidente riguarda, nello specifico, i difficili percorsi esistenziali di certi ragazzi e di certe ragazze, che trovano sul proprio cammino parecchi ostacoli nel vivere il proprio orientamento sessuale: « Sono certo di non esagerare se dico che il rischio di suicidio, in diversi casi, è reale». In questo senso, il gesto di Dradi si fa ancora più emblematico: «In questo modo si fa scudo umano e si mette dalla parte delle persone ferite dall'uso improprio e offensivo della parola gay, della parola lesbica e di tutte le altre parole e declinazioni offensive. Scudo umano per tutte quelle giovani persone in fase di definizioni e comprensione della loro identità sessuale e di genere. Un eccellente esempio dal punto di vista dell'educazione in quanto l'educazione non si può fare solamente sui libri con la conoscenza astratta e teorica, ma anche con il buon esempio e con l'applicazione pratica dei principi di solidarietà e rispetto, alla base del funzionamento del sistema scuola».