Lido Adriano, accoltellò a morte il compagno: il pm chiede 22 anni
Il 22 gennaio il pm Antonio Vincenzo Bartolozzi, al termine della sua requisitoria di oltre 5 ore ha chiesto una pena di 22 anni per Maila Conti, la 52enne in carcere per aver accoltellato a morte il compagno 61enne Leonardo Politi la sera del 12 agosto 2019. L'avvocato che tutela le tre figlie di Politi si è associato alla richiesta del pm. La corte presieduta dal giudice Cecilia Calandra, a latere il giudice Antonella Guidomei e i giudici popolari hanno programmato, per il prossimo 1 febbraio le eventuali repliche poi emetteranno la sentenza. La donna ha sempre dichiarato di essersi difesa dalla furia di Politi che, in più di un'occasione l'aveva colpita. E, anche quella sera, secondo il racconto della donna, i due erano andati a cena in un ristorante ed avevano iniziato a litigare. Poi lei se n'era andata ed aveva raggiunto il chiosco di piadina di viale Caravaggio che la coppia aveva preso in gestione da qualche mese. Qui era rientrato anche Politi e la lite era continuata con toni sempre più accesi. La Conti, come già aveva fatto nell'udienza di apertura del processo lo scorso settembre, ha sottolineato come si sia solo difesa da quell'uomo ubriaco che l'aveva già colpita alla nuca e al volto. Ed ha ribadito che non era sua intenzione ucciderlo. Eppure, quella sera di agosto, la Conti impugnò un coltello che affondò nell'addome di Politi. L'uomo uscì dalla piadineria e si accasciò a terra: la Conti lo seguì ed allertò subito i sanitari e i carabinieri. Politi, però, morì poco dopo l'arrivo in ospedale. Secondo i legali della donna, Wally Salvagnini e Carlo Benini, si può parlare di eccesso colposo di legittima difesa, ma non di omicidio volontario: la Conti brandì il coltello per cercare di mettere distanza tra lei e il suo aggressore. La difesa della Conti, nella sua arringa, ha ripercorso la burrascosa storia della coppia che era solita litigare e venire alle mani. Ed ha citato, tabulati telefonici alla mano, le diverse volte in cui la Conti aveva chiesto aiuto ai carabinieri oltre alla chiamata fatta dalla donna, giusto qualche giorno prima del delitto, ad un centro antiviolenza.