Le «Vie dell’Amicizia» tra Ravenna e Lampedusa
Il ponte di fratellanza attraverso l’arte e la cultura che Riccardo Muti erigerà anche quest’anno attraverso il Festival partirà dal Pala De André domenica 7 luglio, alle 21, quando il Maestro dirigerà l’orchestra Cherubini, cori, cantanti d’opere e Giovanni Sollima al violoncello e Lina Gervasi al theremin nella nuovissima composizione elettroacustica di Alessandro Baldessari Līmen, per chiudere con lo Stabat Mater di Giovanni Sollima per condurre il pubblico lungo quel ponte di fratellanza, sempre più esile quanto necessario, che unisce in un grido di speranza le sponde del Mediterraneo, ormai mare di morte. Un ponte che martedì 9 8 porterà Muti al teatro naturale della Cava di Lampedusa, dove sarà suonato il medesimo repertorio in nome dei «Canti migranti». Troppo spesso a Lampedusa si raccolgono i corpi di chi non ce l’ha fatta. È lì che la giovane Samia ha trovato la morte. Così, il teatro della Cava diventa quasi un luogo di preghiera, a cospetto di quel barcone recuperato al naufragio e divenuto simbolo, e monito, di tutti quelli che ogni giorno rischiano la traversata. Perché il mare torni a unire e mai più a dividere.
E la storia di Samia Yusuf Omar, olimpionica che perse la vita in una traversata della speranza, per poter partecipare ai Giochi di Londra, sarà anche al centro dello spettacolo Non dirmi che hai paura, tratta dal romanzo di Giuseppe Catozzella da un’idea di Giorgia Massaro, che verrà rappresentato al teatro Alighieri lunedì 8 alle 21. Così, la narrazione si tingerà della forza del teatro, dell’energia della danza e della musica e dell’immersività delle proiezioni video. Per ritrovare insieme l’indomito ottimismo di Samia, la sua passione, la sua gioia. E per svegliare le coscienze.