L'Auser: "Una cucina popolare per Ravenna"
«Vorrei riuscire a realizzare il mio sogno prima della fine del mandato, che scade nel 2022. Ravenna si merita una cucina popolare, come quella di Bologna». Mirella Rossi, presidente dell’organizzazione di volontariato Auser e dell’omonima associazione di promozione sociale, è reduce dall’assemblea annuale di bilancio consuntivo 2018. Un’occasione per fare il punto sui progetti realizzati e le attività in essere ma anche sulle ambizioni future: «Nelle cucine popolari inventate a Bologna da Roberto Morgantini ho visto mangiare insieme dipendenti di banca, persone che arrivano a pranzo con il buono dei servizi sociali, donne in carrozzina. Un esperimento bellissimo che vorrei assolutamente replicare sul nostro territorio. L’idea non è campata in aria, il confronto con il Comune è già partito, anche se siamo solo all’inizio». L’altro progetto è quello di unire Auser Ravenna e Auser Faenza per ottimizzare risorse e forze: «Anche in questo caso, siamo partiti con il confronto, con buone speranze di riuscita. Le richieste di aiuto sono tantissime, i volontari non bastano mai e andare in questa direzione significherebbe dare un servizio migliore alle persone, che restano al centro di quello che quotidianamente facciamo». Tra i fiori all’occhiello delle attività di Auser, gli accompagnamenti delle persone verso presidi sanitari, luoghi di cura, banche: «Abbiamo a disposizione 29 mezzi, due dei quali vengono utilizzati dalla fine dello scorso anno in tutto il forese sud. Non è facile stare dietro alle tante richieste. Ma noi non smettiamo di crederci, tanto che ci piacerebbe allargare il servizio di accompagnamento ai cimiteri: per ora, riusciamo a farlo solo per il giorno dei morti».
E Rossi è anche orgogliosa del progetto di ausilio alla spesa in convenzione con la Coop, di Prontofarmaco e del portierato sociale che garantisce assistenza e servizi, ma anche una convivenza serena tra gli abitanti, in alcuni alloggi popolari: «In via Eraclea abbiamo agganciato persone di diversa età e provenienza in un quartiere meticcio e per certi versi delicato. Speriamo di poter continuare a lavorare in questo senso nonostante la riforma del terzo settore abbia complicato molto la parte burocratica e amministrativa».