Faenza, la storia di Patrizia Capitanio: «Con l’attività della Pro loco metto in campo la mia passione»
Fabrizia Montanari - Non aspettatevi un’intervista. Quella con Patrizia Capitanio è una conversazione gradevolissima con una «solitudinaria» (sua definizione), una persona dunque non solitaria, ma amante dell’ascolto di sé e degli altri, un dialogo che spazia dalla sfera personale a quella pubblica con grande naturalezza. Classe 1959, nata a Premilcuore (Fc), dal ‘72 a Faenza, formazione in Conservazione dei Beni Culturali a Bologna, guida turistica iscritta all’Albo dell’Emilia Romagna, coniugata, due figli adulti, Patrizia dal 2013 è presidente della Pro loco di Faenza e studiosa appassionata del nostro territorio, passione che si è concretizzata in una serie di pubblicazioni mirate, l’ultima delle quali Faenza, la città dei Manfredi: quattro passi nel centro storico (Carta Bianca editore), presentata a Castel Raniero nell’ambito del Festival delle Aie, è un’agile guida della città pensata per chi si chiede: «Ma cosa c’è da vedere a Faenza, oltre il Duomo, la Fontana, il Mic e Palazzo Milzetti?».
Patrizia, come ha inizio il percorso che l’ha portata fin qui?
«Dalla mia passione per l’arte, in particolare la scultura di epoca medievale che mi fa scegliere la facoltà di Beni Culturali. Avevo vinto un concorso alla Banca di Romagna dove ho lavorato per 17 anni, ma il mio sogno rimaneva avere tempo per studiare la storia dell’arte e del territorio. Cerco così un lavoro part time che me ne dia la possibilità - lo trovo in uno studio di ingegneria integrata dove lavoro tuttora - e prendo l’abilitazione come guida turistica».
E comincia a pubblicare i suoi studi sul territorio fino a raccogliere, nel 2013, il testimone di Pier Paolo Peroni alla guida della Pro loco faentina…
«Sì e da allora mi butto a capofitto in questa nuova esperienza fatta di persone straordinarie, molto stimolante ma anche molto impegnativa. Per me, introversa nel profondo, rapportarmi a questo universo fatto di eventi, collaborazioni, organizzazione di iniziative, è una sfida continua. Tenga conto che i partecipanti alle nostre iniziative sono oltre 2.000 l’anno e dal nostro ufficio transitano oltre 10.000 persone per richiedere informazioni».
E veniamo al 2019 e all’appena pubblicata guida di Faenza: a quali lettori è destinata?
«Ai turisti, certo, è maneggevole, si tiene in tasca, ma anche ai faentini, per far loro scoprire le tante mete artistiche, a volte sconosciute ma di valore, che la città offre, con anche qualche scorcio sulle prime colline».
Dove ci si può ritemprare ammirando il panorama. E lei dove si rigenera nel poco tempo libero?
«Nel posto che amo, a casa mia, in campagna».
Cosa si augura per il suo futuro personale e per la città?
«Personalmente, di riuscire a riprendere in mano con più continuità i miei studi. Come presidente Pro Loco, riuscire in tre obiettivi: continuare, seppur con fondi limitati, a realizzare restauri artistici a favore della città; potenziare la nostra Biennale di pittura con una più consistente presenza di giovani artisti; coinvolgere le strutture ricettive del territorio in una sorta di educational per condurle ad essere dei co-promotori delle bellezze della nostra città».