Faenza, la Fototeca manfrediana cerca una nuova casa, per non disperdere un valore di tutti
Margherita Calzoni - Queste parole sono da poco apparse sul sito web ed i social di Fototeca Manfrediana: «ma quindi, dove vi mettono? È la domanda che ci viene posta da più di un mese, quasi quotidianamente. I nostri tentativi di darvi una risposta si sono fatti via via sempre più goffi, fino al raggiungimento della sintesi finale: non lo sappiamo. Come avrai letto, e se non l’hai letto lo avrai sentito, il Dopolavoro Ferroviario di Faenza, che ospitava la nostra sede, ha chiuso i battenti. Dopo anni di commissariamento, il circolo ha abbassato la serranda e con lui anche tutte le decine di attività e realtà che lo popolavano. Quest’anno più che mai, quindi, tesserarsi alla Fototeca Manfrediana non è solo una forma di sostegno, ma una vera e propria presa di posizione. Il tesseramento non ti permetterà di avere un ruolo decisionale durante le assemblee dei soci, perché se scompariamo di assemblee non ce ne saranno proprio. Non ti permetterà di avere libero accesso al patrimonio fotografico storico della città, perché non riusciremo più a gestirlo. Non ti darà nemmeno la possibilità di avere una birra offerta ai prossimi aperitivi, perché che te lo dico a fare? Ma proprio per questo, quei 10 euro della tessera, valgono molto, molto di più. Ci fanno sentire meno soli nel combattere la battaglia per un riconoscimento reale e concreto da parte dell’amministrazione, ci fanno capire che questi 51 anni di attività della Fototeca sono valsi a qualcosa, anche solo a meritarci il tuo sostegno. Come dicevamo, non lo sappiamo come andrà a finire. Ovviamente, speriamo bene, speriamo che tutto si risolva nel migliore dei modi. Ma se così non dovesse essere, è stato un bel viaggio. E ci ha fatto piacere averlo condiviso con te». Un appello, un ringraziamento, un gesto per confermare la vitalità, la voglia e la necessità di vivere dell’associazione faentina.
Facciamo insieme, dunque, un salto indietro nel tempo, per l’esattezza nell’ottobre del 1971, anno in cui venne inaugurata la mostra fotografica: «Faenza 100 anni». Trecento foto, raccolte in modo partecipato, provenienti da fotografi e collezioni di famiglia, che raccontano cento anni di storia locale. Queste foto fondano il nucleo iniziale dell’archivio di Fototeca Manfrediana. Gli anni ‘90 sono ruggenti: la fotografia analogica è in auge. Si amplia così la raccolta tramite donazioni, sviluppando sensibilmente la collezione, formatasi nel tempo per accumulo partecipato. I soggetti delle fotografie riguardano l’urbanistica, la cultura, la società, i personaggi, la storia della città di Faenza. Gli anni 2000 vedono l’abbandono della prima gestione, per motivi anagrafici, a favore del gruppo odierno, allora vent’enne che, dal dicembre 2010 a tutt’oggi, gestisce la Manfrediana.
Per tutto questo lungo periodo, fino ad oggi, la sede di Fototeca è sempre stata il Dlf. I ragazzi non sono cresciuti sono anagraficamente in questa decade: hanno sviluppato passione e grande interesse nei confronti dell’archivio ricevuto. Con grande senso di responsabilità hanno messo in atto le migliori tecniche di conservazione e di catalogazione, anche digitale, delle fotografie (alcune così antiche da essere su lastra di vetro), collaborando anche con l’università di Bologna e redendo questo patrimonio pubblico, visibile, anche dal sito: www.fototecamanfrediana.it.
Gian Marco Magnani, responsabile dell’archivio e tesoriere dell’associazione, precisa: «in questa decade siamo cresciuti, abbiamo acquisito le competenze atte a continuare a svolgere il nostro minuzioso lavoro di archiviazione, digitalizzazione. C’è ancora molto materiale che deve essere catalogato e molte sono le recenti acquisizioni. Fototeca ha una importanza non solo storica, ma sociale: è la nostra memoria. Vogliamo continuare a lavorare con l’archivio e non solo. Viviamo però una situazione precaria al Dlf: da gennaio abbiamo rinnovi mensili dell’affitto del nostro spazio. Con l’amministrazione comunale abbiamo un buon dialogo: dobbiamo riuscire a trovare uno spazio con condizioni minime di sicurezza ed un buon collegamento internet che permetta la digitalizzazione e la diffusione del materiale archiviato. Nel frattempo, la nostra attività continua: abbiamo una mostra in corso presso Bottega Bertaccini, partecipiamo a Noam Faenza Film Festival e continuiamo la nostra attività nelle scuole. Ad oggi però, abbiamo dovuto sospendere tirocini, corsi di fotografia ed l’accesso alla camera oscura. Il patrimonio dell’associazione è, per noi, un bene pubblico che vive nel momento della consultazione. Siamo ottimisti: la partecipazione cittadina ci ha positivamente stupito: in poco tempo abbiamo ricevuto più di cento richieste di tesseramento! Questo è un riscontro importante: Fototeca Manfrediana è una realtà sentita e partecipata. Ringraziamo la città per il sostegno: siamo certi che si troverà, a breve, una soluzione».