Riccardo Isola - «Il Covid con i lockdown che ha portato in dote, hanno evidenziato ancora di più come la ristorazione non sia solo mangiare cose buone fuori da casa, ma soprattutto relazionalità, socializzazione e convivialità. Tutte situazioni che nel 2020 sono state fortemente limitate, tranne una parentesi estiva, che hanno pesato e non poco anche sull’attività di strutture come la nostra». Così Andrea Spada sommelier e responsabile organizzativo di Casa Spadoni a Faenza, commenta il periodo che da marzo 2020 a oggi sta attraversando una delle strutture più particolari, contaminate e dinamiche del panorama ricettivo e ristorativo del territorio. «Questa situazione di continui stop and go, di aperture e chiusure, di cambi di stato dell’ultima ora hanno colpito duramente un comparto che ha dovuto, nel giro di pochissimo tempo, reinvertarsi e aprire a modalità di servizio che fino a oggi erano quanto mai lontane dalla prassi giornaliera: parlo dell’asporto e del delivery così spinti». Gli fa eco Beatrice Bassi, amministratrice unica di Casa Sapdoni, che sottolinea come «il ripensamento imposto è stato radicale. Abbiamo puntato a implementare la nostra offerta di e-commerce basandosi su quel concetto glocal che ci fa comunque da sempre interpreti e ambasciatori di un territorio, in senso gastronomico, che ci invidiano. Basti pensare che il primo ordine del 1° gennaio 2021 è stato quello di una zuppa imperiale con provenienza della richiesta addirittura dal Lago di Garda».
L’ALLEATO ON LINE
«La vera scommessa è stata l’e-commerce. Nel primo periodo del 2020 - racconta Spada - in cui il ristorante era di fatto chiuso abbiamo utilizzato gli spazi come il centro della logistica di spedizione. Stiamo parlando di nove persone impegnate quotidianamente per tutti i giorni della settimana, dal mattino alle 8 alla sera alle 20, a comporre pallet e imballi per spedizione di farine e dei prodotti che l’azienda produce. Lo abbiamo fatto soprattutto in ambito nazionale ma con alcune punte Oltralpe. Siamo arrivati - prosegue - a spedire anche oltre 200 pacchi al giorno e in un momento preciso avevamo anche 2.000 consegne ancora inevase. Importanti risultati sono arrivati dalle scatole pre confezionate con prodotti aggregati per tematiche come pizza, pane ecc. Da questo punto di vista non ci lamentare ma quello che ha subito un ridimensionamento è il ristorante».
DELIVERY NON SODDISFA
«Non è certo una questione di qualità ma di modalità da parte delle persone di fare aqcquisti alimentari». Per cercare di aiutare l’ambito gastronomico «abbiamo pensato a box tematici, per Natale e Capodanno, e li riproporremo anche per San Valentino. Abbiamo lanciato un corso on line, che si terrà a febbraio, dedicato al vino con box recapitata a casa o acquistabile in sede in totale sicurezza, abbiamo aderito al black friday. Insomma - prosegue Spada - abbiamo fatto tutto ciò che si poteva fare per ammortizzare le perdite del servizio in presenza, che possiamo quantificare sul 60/70%, anche se la nostra realtà, come altre, sarebbe stata in grado di poter continuare a farlo in sicurezza. Abbiamo cinque sale, adottiamo distanziamento e sanificazione, ma così non è facile».
TANTA SOLIDARIETA’
«Il gruppo - ricorda con soddisfazione la Bassi - non ha mai mancato di avere uno sguardo al territorio. Da Bologna a Ravenna, arrivando fino ovviamente a Faenza abbiamo sempre lavorato in sinergia con Caritas, Banco Alimentare e altre associazioni di volontariato (a Faenza La piccola Betlemme) regalando prodotti alimentari. Una responsabilità e un’etica che non abbiamo certo voluto diminuire in un fase in cui - conclude l’amministratrice - le famiglie e il tessuto sociale subivano un attacco molto forte agli equilibri già precari che il Covid stava portando e continua a perpetuare anche oggi».