Collina, oltre 200 rii interessati con lavori fino al 2026 per circa 22 milioni di euro

Riccardo Isola - In totale sono oltre 200 i rii dell’area collinare e montana sottoposti a interventi, arrivati su richiesta ufficiale della Regione, del Consorzio di Bonifica della Romagna occidentale che dal 2023 a oggi hanno subito danni e sono interessati, e lo saranno, da opere di messa in sicurezza post eventi meteo estremi che si sono verificati. Il ripristino dei danni dalle alluvioni, finanziati con l’ordinanza 8 e poi 33 e 35 del Commissario alla ricostruzione, porta in dote al territorio ben 22 milioni di euro. Alcuni già spesi e investiti, altri che si concluderanno nel 2026. Inoltre a questi vanno aggiunti altri 1,7 milioni di euro per lavori effettuati in modo puntuale anche nei territori di confine con la Toscana quindi Marradi, Palazzuolo sul Senio e Firenzuola. Stiamo parlando degli areali idrogeologici e «fluviali» del Santerno, Senio, Lamone e Marzeno, ma non nelle aste principali di questi fiumi ma sono negli affluenti. Nello specifico Rossano Montuschi, Dirigente Area Distretto Montano del Consorzio sottolinea come «la trance di risorse che ci hanno permesso in questo lasso di tempo di intervenire, a sud della via Emilia sull’allontanamento delle frane e per la pulizia dei corsi d’acqua minori, che però non sarebbero di nostra diretta competenza, in quest’ultimo caso parliamo di 1.800 tonnellate di vegetazione rimossa, sono state suddivise tra il 2023 e il 2024. Parliamo di non interventi macro ma puntuali e mirati lavori su questa miriade di reticoli idrici minori. Nel 2023 sono stati 8 milioni erogati che hanno visto interventi per una settantina di casi con 14 aziende. Stessa quantità di interventi sono stati realizzati nel 2024 e altrettanti verranno fatti tra quest’anno e il prossimo». Grazie alle tre ordinanze il bacino in immissione nel Marzeno avrà a disposizione 3,5 milioni di euro, quello del Lamone di 5,2 milioni, per il Senio 4,7 milioni e 4,4 milioni per il Santerno. Inoltre si devono aggiungere 2,2 milioni di euro per il Samoggia e 2 milioni di euro per la Canaletta di Errano. Interventi di pulizia che Montuschi però ritiene «non sufficienti per rendere in modo strutturale sicuro il complesso sistema territoriale. Tra le priorità necesserie nella progettazione e programmazione futuro - evidenzia il dirigente - serve una serie di interventi che sappiano catturale e stoccare questa enorme quantità d’acqua verso valle, magari - aggiunge - pensando a un utilizzo funzionale e strategico di questa risorsa idrica in ambito agricolo». Perché se è vero che «la manutenzione dell’alveo è e sarà fondamentale» è altrettanto vero il fatto che «soprattutto in collina e area montana» questi non debbano diventare «autostrade fluviali» in quanto «anche la velocità di scorrimento crea forti criticità». Il vero nodo per un sistema collinare e montano resiliente e «drenante» in modo efficace è la regimentazione. «Soprattutto - conclude Montuschi - dei campi e dei boschi. Serve di nuovo permettere all’acqua piovana di poter trovare direzioni stabilite in modo che possano fluire e defluire senza creare danni e questo è possibile - prosegue - solo con un costante intervento di pulizia dei fossi, taglia acque, scoli e interventi ad hoc, effettuati anche e soprattutto dai privati».