Sandro Bassi - Nella magnifica cornice del Molino Scodellino, sotto le acacie, i sambuchi e gli ippocastani, si terranno le tre serate del cinema all’aperto di Castel Bolognese.
E’ la sesta edizione per il paese, ma mentre le prime tre «cittadine», presso il Circolo Arci, riscossero un successo non travolgente (in estate, si sa, la gente cerca il fresco), le due successive, presso il Molino, in aperta campagna, fecero lievitare l’afflusso, con una moltiplicazione che quest’anno ci si augura di confermare.
«Ogni anno scegliamo un tema - spiega l’ideatore della rassegna Lucio Sportelli - e quest’anno la scelta è caduta sulle colonne sonore, o meglio sulla musica nel cinema». E così si comincia lunedì 8 luglio alle 21.30 con The rocky horror picture show («un autentico gioiello - chiosa Sportelli - perfetto nel ritmo e nella proposta di argomenti che per l’epoca furono anche scabrosi»), per passare al mitico The Blues Brothers (lunedì 15), per finire lunedì 22 con La febbre del sabato sera.
Inutile nascondere che, al di là dell’elevata qualità cinematografica, è la collocazione a risultare vincente. Il trecentesco Molino Scodellino è l’unico ancora in funzione fra i sette che esistevano sul Canale omonimo che si stacca dalla «diga steccaia» di Tebano, è stato restaurato grazie all’intervento di Regione, Comune e di volontari, ma soprattutto è l’unico che sia tornato a vivere, anche con eventi collaterali. Dopo la riapertura «alla grande» sancita quattro anni fa dai 2mila visitatori in occasione del fine-settimana del Fai, lo storico Molino si è ulteriormente rimboccato le maniche. «L’ultimo intervento realizzato e che ancora dobbiamo inaugurare - spiega Rosanna Pasi, presidente dell’Associazione Amici del Mulino - è quello del Molino Naldoni che ci ha fornito tutta l’attrezzatura moderna, in acciaio, grazie alla quale possiamo metterci in regola secondo le attuali norme sanitarie e vendere la farina».
Il sindaco, Luca Della Godenza (e «padrone di casa» perché fin dalle origini lo Scodellino è di proprietà comunale), ha preannunciato la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale che leghi il manufatto con l’omologa diga steccaia di Tebano e di un impianto d’illuminazione.
Intanto ci si può godere il cinema sotto le stelle. O meglio sotto gli alberi, fra le lucciole, anche cullati dalla musica dei film ma soprattutto dal sommesso rumore dell’acqua che è tornata a scorrere nelle viscere del medievale Molino.