Casola, arriva la Commissaria Unesco, sindacati, lavoratori e partiti schierati in difesa del continuità estrattiva a Monte Tondo

Romagna | 04 Novembre 2022 Cronaca
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Riccardo Isola - L’attesa per la visita ufficiale della commissaria Unesco Gordana Beltram si fa fibrillante nel territorio a sud della Via Emilia. A Riolo Terme gli osservatori parigini arriveranno il 6 e vi resteranno fino all’11 novembre. Durante questa visita sono in programma incontri con i portatori d’interesse del territorio in riferimento alla candidatura e alla dimensione socio-economica. Stando a quanto si sa, ma non è semplice vista l’estrema segretezza,  si parte il 10 novembre, al Carnè, con l’incontro tra la commissaria e gli ambientalisti. Il giorno successivo dopo un pranzo con gli amministratori comunali, al pomeriggio, attorno alle 17, dovrebbe esserci quello con le parti sociali. Intanto e in attesa del possibile e fortemente voluto incontro, sul territorio lavoratori e rappresentanti amministrativi proseguono nel rimarcare le loro posizioni contro un «dossier che di fatto mette una pietra tombale sul futuro lavorativo del comparto dell’estrazione del gesso». Le motivazioni sono state approfondite nel numero scorso di settesere (n. 39 del 28 ottobre 2022).

SINDACATI E LAVORATORI
Il mondo del lavoro legato al gesso vede in prima linea, nella difesa della continuità estrattiva, i dipendenti della Saint-Gobain. In una lettera firmata dalle Rsu aziendali, Wanda Poggiali, Francesco Grementieri e Alessandro Moretti e che sarà consegnata, in inglese, alla Commissaria, la posizione è chiara e netta. «Lentamente ma inesorabilmente - si legge dopo un lungo prologo - la quieta convivenza della tutela del territorio e del diritto al lavoro è venuta a mancare. La nostra attività lavorativa è sembrata diventare improvvisamente inopportuna, incompatibile, dannosa. Non concordiamo con questa narrazione - spiegano - e non ci stiamo a essere demonizzati come distruttori dell’ambiente da parte di chi, con argomentazioni prive di fondamento, sostiene di voler tutelare il territorio con un’idea che invece non rispetta né l’ambiente né la comunità. La coltivazione della cava – aggiungono - è rispettosa dell’equilibrio tra attività estrattiva e ambiente. Gli ultimi decenni di estrazione hanno influito in piccolissima parte sull’area di cava». I lavoratori entrano poi nello specifico dei temi che stanno rendendo molto caldo l’argomento: parametri e restrizioni messe, dopo una revisione da parte del Comitato tecnico-scientifico, nel dossier di candidatura a fine 2021. «La lettura del dossier - rimarcano le Rsu - ci ha mostrato la volontà di cambiare la candidatura e inserire la Grotta del Re Tiberio (esclusa invece fin dalla prima stesura del protocollo 2019) nel perimetro. Questo porterà rapidamente alla chiusura di tutto il distretto industriale e quindi a un problema sociale che nessuno a oggi è in grado di affrontare. Inoltre - proseguono - contrariamente a quanto affermato nel dossier, non esiste nessun accordo per riconvertire e riallocare i lavoratori coinvolti. Questo - rimarcano senza mezzi termini i dipendenti - è quanto vogliamo che lei lo sappia, e che lei lo veda. Per questo le chiediamo di tutelarci, di tutelare il nostro diritto al lavoro». La posizione delle Rsu viene inoltre conferma anche dal referente Cgil, Roberto Martelli che sottolinea come «non siamo certo contrari alla candidatura Unesco, ma va però evidenziato che senza presidio sul territorio, cosa a cui concorrono anche le 130 persone che lavorano in relazione all’escavazione e la trasformazione del gesso, la tutela viene inevitabilmente meno. Per questo - conclude il referente Cgil - vogliamo essere ascoltati dalla commissaria Unesco e lo vogliamo fare come tasselli fondamentali del patrimonio socio-economico di queste comunità. Se non dovesse succedere allora non potremo fare altro che manifestare la nostra posizione con un presidio». Chi invece ancora non ha deciso di uscire allo scoperto, almeno fino alla chiusura del numero in edicola di questa settimana, sono gli agricoltori.

ALTERNATIVA PER CASOLA
Anche il gruppo di minoranza in consiglio comunale non rimane silente.  «La visita Unesco - affermano i consiglieri di Alternativa per Casola - che si terrà presto, sarà chiamata a verificare non tanto il valore scientifico e ambientale del sito, quanto piuttosto il clima sociale di condivisione e accoglienza che questa candidatura ha creato. La commissaria Gordana Beltram – rimarcano - non verrà per sapere se le grotte nel gesso siano belle o brutte, verrà per sapere e verificare con i suoi occhi se quello che è stato scritto nel dossier che gli è stato invitato corrisponde a verità e soprattutto se questa candidatura trova l’appoggio delle comunità locali». Per i consiglieri di minoranza «questo è lo spirito dell’Unesco che pretende la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nell’area e non vuole assolutamente avvallare qualcosa che sia stato deciso dall’alto e che non sia voluto dalle comunità. Probabilmente - e questo sarà il vero punto di svolta - la commissaria sarà sorpresa di scoprire dalle parti economiche e sociali, che la cava di Monte Tondo non è in fase di chiusura e riconversione come è stato scritto nel dossier, oppure che l’agricoltura non è assente o residuale nell’area candidata, come sempre affermato nel dossier». Infine «gli attuali confini obbligherebbero a cessare ogni attività estrattiva. L’unica candidatura che accettiamo - concludono dall’opposizione - è quindi quella del 2019, l’unica condivisa da tutti e che non mette a rischio la prosecuzione dell’attività industriale».
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