Calcio, il neo internazionale Fabbri raccontato da chi lo ha visto crescere: "Un predestinato, gli auguriamo di arbitrare al Camp Nou"

Romagna | 15 Dicembre 2018 Sport
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Luca Alberto Montanari
Non segna, non para e non allena. Eppure è l’unico fuoriclasse di Ravenna e provincia che in serie A fa la voce grossa e soprattutto fa parlare di sé. I fasti dei calciatori, ormai destinati a un modestissimo ruolo da comparsa (il ravennate Nicola Dalmonte non vede mai il campo al Genoa, il russiano Mirko Valdifiori viaggia a strappi a Ferrara) e degli allenatori (Davide Ballardini è stato esonerato inspiegabilmente al Genoa), quest’anno lasciano spazio alla classe e alle qualità di un arbitro: Michael Fabbri. Il fischietto di Ravenna, al quarto anno nella Can A, sta chiudendo il 2018 con un regalo da favola, scartato curiosamente proprio in occasione del suo compleanno lo scorso 8 dicembre. Nell’elenco pubblicato dall’Uefa degli arbitri che dal prossimo 1° gennaio diventeranno internazionali è stato inserito anche il nome di Fabbri, classe 1983 e fresco 35enne, una delle punte di diamante del movimento romagnolo e nazionale, sul quale l’Associazione Italiana Arbitri punta tantissimo per il futuro, quando i veterani Rocchi e Orsato appenderanno il fischietto al chiodo. Assieme al laziale Mariani, di un anno più vecchio, dal 2019 Fabbri potrà arbitrare anche le gare europee di club e nazionali (senior o giovanili) entrando direttamente in terza fascia (categoria «Second» alle spalle di Elite e First) per la gioia di chi lo ha visto crescere in sezione, come la presidentessa Barbara Panizza, che non sta davvero nella pelle: «La promozione ad internazionale era nell’aria - spiega - e me l’aspettavo, perché il percorso di Michael poteva e soprattutto doveva portare solo a questo. Vedere il suo nome nell’elenco dell’Uefa mi ha fatto venire i brividi, è stata un’emozione grandissima, che voglio condividere con tutti i nostro associati e ovviamente con i miei predecessori, con i quali Michael è cresciuto. Era un suo obiettivo ma anche un nostro obiettivo e grazie a lui dobbiamo aggiornare i libri di storia, perché Fabbri è il primo arbitro internazionale della nostra sezione. In passato, a Ravenna, abbiamo avuto solo Mauro Fiori come assistente e Michele Conti nel beach soccer, ma parliamo di tanti anni fa». Fabbri ha ottenuto l’investitura al quarto anno di A e, curiosamente, dopo essere stato travolto da alcune polemiche seguite al caldissimo Roma-Inter di due settimane fa, quando l’arbitro di Ravenna, designato al Var, si è perso e non ha segnalato al collega Rocchi un evidente fallo da rigore di D’Ambrosio su Zaniolo: «Sono incidenti di percorso che possono capitare, ma anche tra i Var è uno dei migliori», conferma la Panizza. Che prende fiato e aggiunge: «Questo traguardo è anche una risposta a chi sottovaluta o denigra la vita o la carriera di un arbitro, che è fatta di enormi sacrifici. Per la nostra sezione, invece, è un ulteriore insegnamento che rivolgiamo ai nostri ragazzi. Fabbri dimostra che è possibile arrivare in alto e che i sacrifici possono essere ripagati». Sulle qualità del fischietto di Ravenna c’è poco da aggiungere: «E’ un predestinato, ha sempre avuto una naturalezza incredibile fin dai tempi della Promozione. Io l’ho ereditato che era già un campione. Ora dovrà fare un altro passo in avanti, per aspirare ai Mondiali. Sono altresì contenta che il miglior ravennate in serie A non sia un calciatore o un allenatore ma un arbitro». La sezione di Ravenna, tra l’altro, ha sfiorato una clamorosa doppietta: per il rendimento tenuto nelle ultime due stagioni, anche l’assistente Filippo Valeriani avrebbe meritato la promozione, ma la carta d’identità (classe 1978) lo ha «tradito» perché al suo posto verranno scelti colleghi più giovani e più futuribili.
Prima di Fabbri, nella storia della sezione Aia di Ravenna, solo un associato era riuscito ad ottenere la qualifica di internazionale. Si tratta del guardalinee Mauro Fiori (nella foto), promosso assistente Uefa nel 1994 e in carica per quattro stagioni: «Ho chiuso la mia avventura proprio 20 anni fa - ricorda Fiori, in passato anche presidente della sezione di Ravenna - e devo dire che sono stati anni meravigliosi, indimenticabili, ricchi di emozioni e di soddisfazioni. Fabbri merita questo riconoscimento, è cresciuto sotto i miei occhi, imponendosi in serie A grazie alla sua spiccata personalità e alla sua classe. Avete presente quando, di un giovane calciatore, si dice che ha stoffa e che farà carriera? Ecco, quando abbiamo visto Michael all’opera nei campionati minori, lo abbiamo pensato tutti. E’ sempre stato un predestinato e ora può finalmente raccogliere quanto seminato, anche se il bello arriva adesso». 
Prima di fare un tuffo all’indietro, Fiori ci tiene a spendere due parole anche per Valeriani: «Per me è tra i 4-5 assistenti migliori in Italia, ma è stato penalizzato dall’età e non potrà diventare internazionale, un traguardo che avrebbe ampiamente meritato». Ripensando a 20 anni fa, l’ex assistente internazionale non ha dubbi: «Le due partite più belle nel mio album dei ricordi sono Manchester United-Barcellona di Champions League e Barcellona-Siviglia di Coppa Uefa, rispettivamente con Braschi e Ceccarini. Di quelle due gare ricordo soprattutto il contorno e l’atmosfera straordinaria: la gente era a un metro da me e non c’erano le recinzioni, ma nessuno osò lanciare qualcosa. In Italia, invece, volava di tutto e più che in curva, in alcuni stadi sembrava di stare dentro una gabbia».
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