Alzheimer, 4mila ammalati, crescono i casi a Ravenna, Faenza e Lugo
«I primi segnali? Era spaesata, entrava in confusione, non ricordava le cose». Saulo Stampa, 58 anni, ravennate, ha la madre 82enne malata di Alzheimer. Una botta forte sull’organizzazione familiare: «La giornata la passa in un centro diurno mentre di notte ci alterniamo io, mio fratello e una badante, così come la domenica. Facciamo i salti mortali, la vita cambia drasticamente e i contraccolpi economici sono notevoli. Ci si sente soli ad assistere i propri genitori». L’Alzheimer rientra tra le varie forme del decadimento cognitivo (o demenza). A stimarne i numeri è Maurizio Piolanti, referente per l’area della non autosufficienza dei distretti di Ravenna e Faenza dell’Ausl, nonché direttore facente funzioni del Dipartimento di cure primarie: «Parliamo di 1.500-1.700 casi per Faenza e di circa 3.200 casi per Ravenna. Dati che tendono ad aggravarsi di anno in anno sia per un aumento della sensibilità e quindi delle diagnosi che a causa dell’invecchiamento della popolazione». Ad incrementare le cifre è anche una maggiore esposizione delle famiglie: «Ora che lo stigma sta venendo meno e ci sono più apertura e consapevolezza, si ricorre più spesso agli specialisti». Ma dopo la diagnosi, iniziano i problemi: «Non esistendo farmaci in grado di contrastare il decadimento cognitivo, se si escludono i trattamenti che possono rallentarne la progressione, il carico assistenziale è tutto sulle spalle delle famiglie: chi si prende cura del malato? Chi lo sorveglia? Come si gestiscono gli aspetti patrimoniali, viste le difficoltà della memoria?».
FAENZA
A Faenza, quello che già da qualche anno funziona molto bene è il percorso di stimolazione cognitiva in collaborazione con l’Associazione Alzheimer locale: «Gli psicologi selezionano i pazienti per le palestre delle mente. Si tratta di tre cicli d’incontri all’anno, ogni composto da 18 incontri di tre ore. I vantaggi sono soprattutto sugli stati iniziali del processo morboso, che viene rallentato». E molto lavoro viene fatto anche sul versante del supporto ai familiari e della formazione in gruppo per i caregivers.
RAVENNA
Barbara Gnisci e Silvia Manzani - Sono una novantina gli associati, ma molte di più le persone che usufruiscono dei servizi offerti dall’Associazione Alzheimer di Ravenna in collaborazione con l’Ausl e il Comune. «’La Palestra della mente’ - spiega Barbara Bargianti presidente dell’associazione – è un trattamento di tipo non farmacologico, che si svolge in situazioni protette e con personale specializzato come psicologi e operatori socio-sanitari. Si tratta di un intervento volto alla stimolazione della mente per rallentare il deterioramento cognitivo». Tra le altre attività, si annoverano incontri per familiari, tutti i primi lunedì del mese alla Casa del Volontariato, e vari momenti ludici come i pranzi che vengono organizzati un paio di volte all’anno e che coinvolgono sia i malati che i caregivers. «Soprattutto nel primo stadio dell’Alzheimer – continua Bargianti – è forte lo stigma della malattia, ed è proprio quello che noi vogliamo combattere, assumendo uno spirito ludico, al di fuori dei formalismi». Tra le varie attività, «Nonni sotto l’ombrellone», la possibilità di utilizzare un piccolo strumento dotato di Gps utile per chi, al primo stadio, conserva ancora delle autonomie, come uscire da solo, e poi attività ludiche, movimento e musicoterapia: «I feedback più positivi ricevuti in questi venti anni di vita dell’associazione sono quelli che riguardano il piacere che alcuni degli anziani ritrovano nel fare le cose. Tempo fa ce n’era uno che non voleva più uscire di casa, e che dopo invece aver frequentato un laboratorio di musica, non voleva più andar via».
LUGO
Carla Montanari, presidente dell’associazione Alzheimer di Lugo, spiega invece come i volontari offrano appoggio, indicazioni e spiegazioni sulle opportunità e i servizi esistenti nella zona dei nove comuni della Bassa Romagna: «Ma ci poniamo, soprattutto, in una posizione di ascolto nei confronti di chi si rivolge ai nostri sportelli». L’associazione, nata oltre quattro anni fa, è composta da trentatré soci. Tra le varie iniziative organizzate uno sportello per informazioni tutti i mercoledì mattina e l’ultimo venerdì del mese; gruppi di stimolazione cognitiva condotti da esperti e rivolti ad anziani che si trovano a uno stadio moderato-severo della malattia e che non usufruiscono più dei servizi istituzionali; merende; yoga della risata. «Tentiamo di supportare in ogni modo i nostri cari – continua la presidente Montanari - cercando di sviluppare il loro benessere. Ogni iniziativa nasce dalle nostre e dalle loro necessità in quanto siamo tutti volontari e parenti di una persona affetta da Alzheimer».