Volley Superlega, il libero Goi ha fatto cifra tonda: "Consar, devi battere Castellana"
Marco Ortolani
La Consar torna dalla lunga trasferta a Vibo senza punti nel carniere, al termine di una partita combattuta ed equilibrata, molto simile a quella dell’andata ad eccezione del punteggio, che premia la minor propensione agli errori del team calabrese e la verve da ex di Stefano Mengozzi, che sigla 6 muri portandosi al terzo posto nella classifica di specialità (con Russo sesto). In classifica la Consar perde un po’ di terreno nella lotta all’ottavo posto buono per i playoff: al momento il ritardo dal Monza è di quattro punti a otto partite dalla fine, mentre rispetto alla penultima piazza (che condanna alla retrocessione) ci sono nove confortanti punti di vantaggio.
L’ufficio-stampa del Porto Robur Costa ha spulciato gli archivi per evidenziare il record di Riccardo Goi, che ha giocato la duecentesima partita di regular season in serie A, suddivise fra tre campionati a Reggio Emilia in A2 e sei a Ravenna, alle quali vanno aggiunte le gare di Coppa e di play-off. Al di là della bella cifra tonda si tratta di un dato rilevante e del maggior avvicinamento ad un concetto di «bandiera» che, ormai scomparso nel calcio, fatica a reggere anche nel volley. Le sei stagioni del libero mantovano sono un record dal ritorno di Ravenna in A1, che distanziano le quattro disputate proprio da Stefano Mengozzi (per il quale vanno aggiunte le due di A2, quella di B1 e tutta la trafila giovanile), le tre di Andrea Bari, Fabio Ricci e Giacomo Raffaelli, con la possibilità, per quest’ultimo, di allungare la serie, che è ancora aperta. Il recordman «all time» è Stefano Margutti, che esordì nella stagione 1983/84 (aveva poco più di 15 anni) e disputò 13 stagioni con la maglia di Ravenna, peraltro inframezzate da numerose esperienze in altre città e da un bel percorso in Nazionale.
Di grande rilievo anche il curriculum di Daniele Ricci, per 13 anni consecutivi primo allenatore di Ravenna, in aggiunta ad una carriera da giocatore cominciata nella sua stessa città. Tornando a Goi va sottolineata l’evidente crescita tecnica del giocatore, che giunse a Ravenna su segnalazione di Marco Bonitta, che già lo allenava a Reggio. Inizialmente Goi condivideva il ruolo con Bari, giocando le fasi difensive, mentre il collega più blasonato ed esperto si occupava di quelle di ricezione. Ma dal campionato 2016/17 è stato titolare indiscusso del ruolo in entrambe le fasi. «All’inizio - spiega il diretto interessato - non pensavo assolutamente di fermarmi così a lungo e di diventare addirittura capitano di questa squadra. Penso che se questo è successo, considerato il miglioramento tecnico del campionato, si debba ad una mia crescita che, credo, mi permette oggi di meritare questa categoria».