Ravenna, Silvia Foschini, sindacalista Cisl, interviene sui contratti Euro&Promos alla Classense: "Situazione scandalosa"

Ravenna | 12 Maggio 2017 Cronaca
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Silvia Foschini, funzionario sindacale di Fisascat Cisl Romagna, da otto anni segue la vicenda dei dipendenti di Euro&Promos, la società su cui, una settimana fa, ha puntato il dito la consigliera di Ravenna in Comune Raffaella Sutter. La cooperativa di Udine, dal 2013, gestisce per il Comune di Ravenna l’affidamento dei servizi bibliotecari, museali e culturali, ma secondo la denuncia della Sutter si tratta di una situazione "di assoluta precarietà, dovuta al tipo di contratto, e di ‘sfruttamento’, con retribuzioni mensili spesso di poche centinaia di euro". «Sono anni che mi batto per questa situazione - ha spiegato Foschini - e finalmente se ne parla: è uno scandalo che grida vendetta». Stando a quanto denunciato da Foschini, «il Comune, nell’ultimo affidamento, è intervenuto sul capitolato d’appalto, entrando nel merito degli inquadramenti. Ai dipendenti, tutti laureati, viene applicato lo stesso contratto che si riserva alle donne delle pulizie, con un compenso lordo di 7,50 euro all’ora. Dal momento che il tipo di lavoro è totalmente diverso, questo significa che la loro professionalità viene banalizzata. Ci sono persone che hanno un contratto a chiamata da dieci anni, e questa modalità contribuisce a rendere ancora più insicuro il lavoratore, che se prova a farsi sentire corre il rischio di non venire richiamato. Queste persone sono costrette ad accettare situazioni al limite della sopportazione. Gli appalti sono al massimo ribasso, il che significa che si va ad incidere sul costo del lavoro». A questo si aggiunge l’obbligo, per chi viene assunto, di essere già in possesso dei corsi antincendio e di pronto soccorso, che solitamente vengono invece pagati dal datore di lavoro. «La formazione obbligatoria è un requisito per essere assunti: i corsi sulla sicurezza che dovrebbero essere a carico dell’azienda, da Euro&Promos vengono richiesti prima dell’assunzione. In pratica vengono equiparati ad un titolo, è come se fossero una laurea». Il tutto è stato documentato e segnalato all’ispettorato del lavoro, ma con scarsi risultati. «Vorrei sottolineare che nel periodo in cui incontrammo i referenti comunali, Ravenna era candidata al titolo di capitale europea della cultura, ma in questo modo alla cultura non si rende un buon servizio. La committenza, per anni, è stata immobile, ma pare che con il nuovo direttore il passo stia cambiando. Mi auguro che del problema si parli ancora, perchè con questi contratti non c’è rispetto per la professionalità dei dipendenti: si chiede loro di essere laureati, ma poi li si paga come se non lo fossero. In più, tutti i mesi si trovano a dover litigare con Euro&Promos per farsi pagare riunioni e corsi di aggiornamento». Sulla vicenda è intervenuto anche il direttore della Classense Maurizio Tarantino. «Partiamo dal fatto - ha spiegato - che si tratta di un appalto di servizi e non di una prestazione di manodopera: nel primo caso il committente non può, per legge, interferire nell’organizzazione del servizio appaltato. In futuro, ovvero tra un anno e mezzo, potremo decidere di impostare in modo diverso l’appalto, ma al momento non possiamo intervenire direttamente. Possiamo solo verificare che si operi nel rispetto delle leggi vigenti e sostenere un’attività di moral suasion per fare in modo che migliori la soddisfazione del personale. Quando si applicano le leggi economiche alle persone, si dovrebbe ricordare che un miglioramento delle relazioni umane porta ad un miglioramento del sistema. Al momento abbiamo cercato di risolvere insieme a dipendenti e cooperativa alcuni problemi». Come procederete? «È chiaro che nella prossima gara, se il Comune deciderà di farla, terremo conto di quanto sollevato dalla consigliera Sutter, perchè il problema c’è, il personale è insoddisfatto. Al momento ho portato il tema all’attenzione del presidente della cooperativa». Purtroppo il settore della cultura è tra quelli maggiormente penalizzati: si è imbattuto in situazioni simili, nella precedente gestione? «Non sono sfavorevole all’esternalizzazione nell’ambito della cultura, come dettano le regole economiche dei nostri tempi. A Perugia la situazione è diversa perchè lì il capitolato l’ho scritto io, qui no. Lì mi sentivo pienamente responsabilizzato, in quanto l’avevo impostato io, e c’era una cooperativa molto legata alle biblioteche comunali: la situazione era più familiare, in quel caso si trattava di una piccola cooperativa che aveva vinto l’appalto entrando in un grande consorzio». Della questione si tornerà a parlare a fine maggio in consiglio comunal, dove l'assessore Elsa Signorino risponderà all'interpellanza di Sutter.
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