Ravenna, cresce il disagio mentale: oltre seimila pazienti in carico all'Ausl
Federica Ferruzzi - Novità in arrivo per la psichiatria di Ravenna - che serve anche Faenza e Lugo - dove a breve ci sarà il concorso per ricoprire l’incarico di direttore del centro di salute mentale. Al momento il coordinamento è affidato a Roberto Zanfini, che dopo il concorso continuerà a dirigere l’emergenza urgenza psichiatrica. A lui abbiamo chiesto il bilancio di un servizio che continua a registrare nuovi accessi. Partiamo dal centro di salute mentale: cosa troverà il nuovo direttore? «Troverà un servizio che ha fatto, nel corso degli anni, tantissimi passi in avanti, frutto di un percorso condiviso che ha superato anche lo stigma interno. Si tratta di un servizio orientato alla guarigione dei pazienti, alla recovery e alla riabilitazione, in grado di integrarsi con i servizi sociali e con le altre interfacce dell’azienda. Quest’anno l’Ausl ha puntato sul budget di salute, che è una metodologia di lavoro che crea trattamenti personalizzati con il coinvolgimento dell’utente stesso e di ciò che lo circonda». Quanti sono gli utenti trattati? «Negli ultimi tempi si sono attestati sui seimila l’anno, con punte di 6500, mentre circa dieci anni fa si attestavano sui 5mila. I dati parziali di quest’anno indicano un leggero incremento rispetto al 2016, anche se per quelli finali occorre aspettare la fine del 2017. Qualcuno lo può leggere come aumento della sofferenza, altri come crescita della fiducia rispetto al servizio». Qual è l’identikit dell’utente medio? «Anche qui seguiamo una tendenza regionale che vede l’età media attestarsi sui 40 anni: ora tutti gli sforzi vanno nella direzione di trattare in anticipo le situazioni a rischio, fare interventi precoci, intercettare il disagio psichico prima che diventi malattia. In particolare, ci stiamo concentrando sull’accessibilità della fascia giovanile, servita dal Risea (ricerche e servizi per l’adolescenza) - che si occupa dei primi segni di malessere nel periodo più delicato - traducibili in difficoltà scolastiche, irritabilità, uso di sostanze, isolamento, comportamenti da bullo. Un fenomeno in ascesa riguarda l’associazione tra uso di sostanze e disturbo mentale, che è in forte esplosione: ormai la tendenza è consolidata ed è difficile separare la dipendenza di sostanze dal disturbo psichico, nel 40-50% dei casi chi abusa soffre di disturbi psichici e viceversa, i due aspetti si auto-alimentano». Quali sostanze vanno per la maggiore? «Sono presenti un po’ tutte le sostanze, perlopiù abbiamo riscontrato un uso massiccio di cannabinoidi, con conseguenti quadri clinici di sofferenza che una volta erano impensabili. I motivi alla base di questo fenomeno possono essere diversi, tra cui anche il ‘thc’ modificato. Si tratta di situazioni complesse e per questo è sempre più necessaria un’integrazione tra i servizi». Quali sono le patologie più frequenti? «L’attività riguarda prevalentemente trattamenti per il disturbo della personalità, i disturbi dell’umore e la schizofrenia, inoltre come dicevo abbiamo riscontrato l’aumento dell’uso di sostanze come pure dei disturbi della personalità, ovvero difficoltà a relazionarsi con se stessi, con gli altri e con la società. I disturbi psichici cambiano, Freud è nato con l’isteria, che ora non c’è più: le cose si modificano, cambiando la società cambiano anche i disturbi psichici. Chi si viene a curare, se trova un ambiente spento, con operatori scontenti, si demotiva. Per questo è fondamentale anche la formazione degli operatori: noi non abbiamo tac o risonanze ma operatori, che devono essere motivati e consapevoli che è sempre possibile una soluzione per le persone in cura e che va trovata». Qual è la situazione per quanto riguarda l’emergenza-urgenza? «Il servizio psichiatrico diagnosi e cura (Spdc) ha 20 posti ed esegue circa 700 ricoveri l’anno. Il 15% sono trattamenti sanitari obbligatori di utenti che vengono da tutta la provincia. In passato abbiamo avuto qualche difficoltà, ma ora riusciamo a soddisfare tutte le richieste urgenti. La tipologia di utenti è la più diversa: si va dalla persona anziana al diciottenne. Solitamente anche qui riscontriamo l’uso di sostanze, principalmente cannabinoidi e cocaina, eccitanti in generale che vanno per la maggiore: in proposito esistono vari studi secondo cui l’uso di cannabinoidi predisporrebbe a disturbi mentali. Non parliamo della singola canna, ma dell’uso intensivo che se ne può fare». Ci sono nuovi fenomeni emergenti? «Da un paio di anni circa siamo alle prese con la figura del sofferente psichico autore di reato, che prima del 2014 veniva accolto negli ospedali psichiatrici giudiziari, oggi chiusi. Noi ne trattiamo diversi e riteniamo sia una sfida positiva, un fenomeno nuovo a cui stiamo costruendo una risposta all’interno del servizio».