Cmc, il saluto di Massimo Matteucci dopo 21 anni da presidente
Massimo Matteucci saluta la Cmc, la «sua» cooperativa, dopo 21 anni da presidente (fu eletto nel 1996) e ben 40 da socio (lo diventò nel 1977). Entrò in cooperativa all’età di 21 anni, nel 1973, come ricorda sull’ultimo numero de «La Betoniera», il giornale aziendale, in una lunga intervista. L’Assemblea dei soci di Cmc il prossimo 6 maggio, oltre ad approvare il bilancio consuntivo 2016 della cooperativa, sarà chiamata infatti a rinnovare anche il Consiglio di amministrazione. Un passaggio importante che prevede, fra l’altro, anche l’avvicendamento di Massimo Matteucci con ogni probabilità con l’attuale vicepresidente Alfredo Fioretti.
La più grande cooperativa del territorio si appresta così a voltare pagina salutando un personaggio che ha fatto la storia dell’azienda e della cooperazione romagnola e non solo.
«Ricordo bene il colloquio di lavoro con Gianni Camerani - sottolinea Matteucci nell’intervista su La Betoniera -. Ricordo la sorpresa nel trovarmi dentro una struttura così grande, con giovani tecnici, impiegati e capi cantiere capaci di trasmettere solidi valori e un’idea forte di crescita della cooperativa. Restai alcuni mesi in sede e poi fui mandato nel cantiere del 2° lotto della Udine-Tarvisio come responsabile amministrativo e del personale». I primi anni ‘90 furono probabilmente i più critici per la Cmc. «Gli anni dal ‘92 al ‘97 furono difficilissimi – ricorda ancora Mattuecci su La Betoniera -, pesanti ricorsi agli ammortizzatori sociali (solidarietà e cassa integrazione straordinaria), caduta del mercato delle infrastrutture e delle aree di presenza internazionale. Solo l’immobiliare, dove Cmc era assente, cresceva con profitto. Tutto questo determinò uno squilibrio organizzativo e un appesantimento dei costi che provocò un dibattito molto intenso culminato con uno scontro di natura sociale. Si scelse la strada di un profondo ricambio dei gruppi dirigenti e di una strutturale ridefinizione delle politiche di presenza sui mercati nazionali ed internazionali».
Nel 1996 quindi Matteucci diventò presidente della cooperativa ravennate. Il bilancio lo raccontano i numeri stessi, con un fatturato di Cmc che viaggia attorno a 1 miliardo e 300 milioni di euro, in crescita straordinaria rispetto a 20 anni fa. «Con quel Piano di risanamento e sviluppo, definito a metà degli anni ‘90, nonostante qualche rallentamento, la crescita non si è più interrotta – sottolinea ancora Matteucci su La Betoniera -. È stata una crescita costruita sul recupero del nostro core business sulle infrastrutture, sulle strategie di specializzazione e internazionalizzazione, sulla qualità professionali delle nostre maestranze, dei nostri tecnici e dei nostri dirigenti, elementi che ovunque fanno la differenza nel giudizio positivo ed affidabile del nostro brand».
Manuel Poletti