Il Mic si prepara alle tante iniziative del 2018, dalle manifatture Lenci alla Precolombiana
Margherita Calzoni
«Il 2018 sarà un anno importante, sia come quantità che come qualità delle attività proposte». Lo afferma perentorio Eugenio Emiliani, presidente del Mic, presentando la programmazione 2018 del museo faentino. Il piano per il 2018 - anno in cui il Mic compirà 110 anni -, è molto nutrito: si inizia con il Premio Faenza, che quest’anno compie 80 anni e lo farà con 56 protagonisti dell’arte e 17 curatori, che parteciperanno alla mostra contemporanea, esponendo per la prima volta le loro opere. A seguire Argillà, a fine agosto, che quest’anno avrà la Germania come paese ospite. E poi ancora nel corso dell’anno vedremo «Superfici d’autore», in concomitanza con Cersaie e Tecnargilla, e la grande mostra «Precolombiane», che vede protagonista la collezione di ceramiche precolombiane, seconda in Europa, di cui il Mic è orgoglioso proprietario. Con l’aiuto della tecnologia multimediale, si ricostruiranno i grandi passi di questa civiltà, prima e dopo l’arrivo di Cristoforo Colombo. «Questa collezione - afferma la direttrice Claudia Casali - è una delle più importanti del museo, essendo la più longeva e ancor oggi in espansione, grazie a donatori».
La stessa Casali insieme a Valentina Mazzotti, conservatore, ha in serbo un progetto speciale: «Project room», con l’inaugurazione fissata per il 17 gennaio. Si tratta di uno spazio che nasce come luogo di «riflessione» all’interno del Mic: qui vedremo svolgersi iniziative legate alla contemporaneità, che seguiranno la multiforme attività del museo. Inizialmente il «Project Room» ospiterà la collezione «Gobbi»; in seguito si darà spazio a donazioni, prestiti e oggetti restaurati; e ci sarà anche una futura esposizione sull’arte ceramica islamica, proveniente dal museo Tucci di Roma.
Il 3 marzo al Mic inaugurerà «Lenci, costume e Bon Ton», mostra che si collega al percorso del Déco, iniziato precedentemente, non solo con Achille Calzi: dal panno alla ceramica, vedremo oggetti nati per la borghesia dell’epoca (dagli anni ’20 agli anni ’40). Per la settimana del contemporaneo, in ottobre, sotto la curatela di Irene Biolchini saranno esposte le opere di Alessandro Roma.
Per quanto riguarda i lavori alla biblioteca, che possiamo vedere anche da viale Baccarini, sono a buon punto: a primavera ci sarà l’attesa riapertura delle sale al pubblico.
Massimo Isola, assessore alla Cultura, sottolinea che «Il Mic è un museo in salute (ha contato 1 milione di visitatori nel 2017) perché ha idee, personalità e la esercita sul territorio. Da evidenziare anche l’importanza delle connessioni: ad esempio il Mic si relaziona con il Cersaie, quindi con l’industria. Ma anche con l’artigianato, si veda Argillà, e con l’arte contemporanea, esempio ne è la mostra di Roma. Senza gli attenti collaboratori del museo, nessun progetto potrebbe prendere forma: il team vince sempre».