Alla Molinella si celebrano gli 80 anni di Ivo Sassi
Sandro Bassi
Come anticipato dalla mostra precedente (da maggio a settembre in tre sedi della natìa Brisighella), nel 2017 ricorrono gli 80 anni di Ivo Sassi. Si tratta di un artista che, a suo modo, ha scatenato una rivoluzione nel mondo della ceramica faentina, o quantomeno ne ha messo in discussione molti aspetti grazie al suo incessante, frenetico, passionale lavoro. Insofferente alla tradizione, pur partito dal figurativo (Sassi anzi partì dalla pittura e dagli scorci più caratteristici del paese natale), questo scultore-ceramista ha sperimentato un po’ di tutto, come tecniche e linguaggi, approdando comunque fin dagli anni ‘60 a una dimensione scultorea informale, squisitamente astratta, fatta di colore e di materia.
Nel 1959 aprì uno studio a Faenza, dopo essersi formato alla scuola di Disegno di Brisighella, sotto la guida di Pino Parini, e poi all’istituto Ballardini, sotto quella di Angelo Biancini; a questi nomi fondamentali per il bagaglio culturale di Sassi - lo spiega lui stesso - va aggiunto quello di Francesco Nonni, che contribuì a dargli una straordinaria sensibilità al colore.
Sensibilità che ora, dopo sessant’anni di ceramica - comunque mai ripudiata - ritorna. Torna perché a distanza di tempo Sassi recupera in qualche modo le origini «con una rinnovata esplosione pittorica - scrive il curatore Franco Bertoni -, amplificata da calibrati spessori del vetro». Sassi iniziò a studiare e a provare effetti pittorici nuovi sulla ceramica, soprattutto grazie alle vetrine a grosso spessore, fin dal 1959 ma ora «fa assumere a questa ricerca una contemporaneità esplicita». In questa rassegna alla Molinella infatti, Sassi espone una cinquantina di opere fatte di materia ma soprattutto di colore, con una ricerca sui metalli (principalmente rame) che nel forno si cuociono e combinano col vetro, producendo effetti turchesi inusitati.
In quest’ultimo lavoro faentino, Sassi «mette un sigillo, un punto fermo, di nuovo riscopre la fusione tra pittura e ceramica all’interno di un limite definito... Affiora l’abbandono di ogni figurazione e anche degli effetti plastici che hanno caratterizzato il lavoro degli ultimi decenni. E’ un’esigenza di chiarezza, di sperimentare i confini del suo lavoro dentro una forma primaria, senza rinunciare però al meraviglioso mondo dei colori e delle vetrine che danno forma a un’astrazione pittorica di grande purezza... Sassi qui sottrae, opera una semplificazione del gesto per ri-concentrarsi sulle potenzialità della ceramica e dei suoi effetti cromatici».
«A 80 anni suonati - dichiara lo stesso Ivo Sassi - non mi interessa sentirmi dire se e quanto sono bravo... l’importante è che abbia ancora voglia di lavorare, di sperimentare e di giocare con la ceramica... Ho sempre usato la cristallina a grosso spessore, ma in un modo che credo sia del tutto originale: la mia sperimentazione coinvolge lo smalto e, per così dire, lo “scompone”: così il vetro diventa colore».
Fino al 7 gennaio alla galleria comunale d’arte, Voltone Molinella 2; feriali ore 10-12 e 15-17; festivi 10-13 e 15-20. Mostra a cura di Ennio Nonni. Catalogo con testi di Casali, Bargellini, Isola e Nonni. Ingresso libero. Inaugurazione sabato 25 alle 17.