Ucraina un anno dopo, parla il prof ravennate Pagani: «Ora la pace sembra impossibile, Putin prepara una seconda offensiva»

Emilia Romagna | 18 Febbraio 2023 Cronaca
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Professor Pagani, ad un anno dalla tragica invasione della Russia sull’Ucraina e la conseguente sanguinosa guerra, ci sono possibilità concrete che si possa arrivare ad uno stop definitivo entro il 2023? La nuova escalation di Putin va in direzione contraria o no?
«Oggi la pace sembra impossibile, visto che le azioni di Putin vanno nella direzione opposta. Tuttavia gli americani scommettono sulla possibilità di arrivare ad uno stallo entro qualche mese, perché valutano che le risorse, le riserve e le capacità offensive russe si stiano progressivamente esaurendo, malgrado Putin cerchi di nasconderlo. Il sostegno e le forniture militari alla resistenza ucraina sono l’unico strumento efficace per convincere Putin a fermarsi. L’alternativa purtroppo non esiste, perché sospendere gli aiuti militari significherebbe aiutarlo a conquistare l’Ucraina ed a vincere la guerra: un esito disastroso per la stabilità e la sicurezza dell’Europa, quindi anche per la pace».
L’Unione europea può fare di più per cercare la pace o lo sforzo di mediazione è già al massimo? Perché?
«Purtroppo non c’è iniziativa diplomatica che possa funzionare, quando un invasore prepara una seconda offensiva, perché non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. La mediazione si potrà fare solo quando si produrrà uno stallo sul campo di battaglia, perché al momento nessuna delle due parti ha intenzione di rinunciare ai propri obiettivi. Non possiamo convincere Mosca a ritirarsi, perché dopo aver sacrificato decine di migliaia di giovani russi tornare indietro sarebbe un fallimento al quale Putin non sopravvivrebbe. Dall’altra parte nemmeno Zelensky ora può cedere una parte del territorio ucraino alla Russia perché regalerebbe il consenso della popolazione ucraina all’estrema destra nazionalista, che lo caccerebbe subito e, arrivata al potere, inasprirebbe il conflitto. Chi sostiene il contrario non ha capito nulla della situazione reale, o si finge ingenuo perché è in malafede, ed auspica la vittoria della Russia».
Usa e Cina potrebbero incidere di più? Come?
«La strategia degli Stati Uniti è chiarissima: vogliono costringere la Russia al cessate il fuoco, passaggio indispensabile per avviare un negoziato di pace. Per questo hanno sostenuto la resistenza ucraina con molte più risorse e mezzi di chiunque altro, pur essendo più lontani e meno interessati alla stabilità del quadrante Est Europeo di quanto dovremmo esserlo noi europei. Per contro la Cina non vuole la pace, in questo momento, perché la sua priorità è indebolire la coesione e la solidarietà europea ed occidentale, per creare fratture. Ha bisogno di queste divisioni nel blocco occidentale per esercitare la propria influenza economica, e quindi politica. Indirettamente Putin sta facendo l’interesse di Pechino, che per questo sostiene l’invasione russa, con l’ambiguità delle proprie posizioni».
Le sbandate del nuovo governo italiano su questo e altri temi rischiano di isolare il nostro Paese in Europa?
«Non sono sbandate, credo che Berlusconi finga di essere più provato dagli anni di quanto non sia. Con Putin ha un antico legame politico, cementato dall’amicizia e forse anche dagli affari. In secondo luogo vuole indebolire la Meloni, colpevole di avergli sottratto troppi voti, e di sedere nella poltrona che era stata sua. Infine occupa uno spazio politico, che i sondaggi di opinione evidenzia, per rappresentare chi è contrario all’invio di armi perché vorrebbero ripristinare i buoni rapporti che avevamo con la Russia, soprattutto nel campo economico. E’ una stupidaggine, perché non è possibile farlo nemmeno volendolo, ma in democrazia si può dare voce e rappresentanza anche alle stupidaggini». (m.p.)
 
 
 
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