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Innovazione, prevenzione, ricerca, sviluppo dell'assistenza sociosanitaria territoriale con particolare riguardo alle persone anziane e fragili; centralità del paziente e promozione della salute, ma anche investimento sul capitale umano e professionale. Sono alcuni degli obiettivi strategici di mandato illustrati oggi in Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna dall'assessore alla Sanità, Massimo Fabi, che ha delineato le linee guida del prossimo quinquennio. Tra i punti illustrati l'innovazione della governance del servizio sanitario regionale, la costruzione della rete ospedaliera del futuro, il riordino dell'intero sistema dell'emergenza urgenza, che include anche i Cau. Il denominatore comune sarà il paziente sempre al centro.
"La crisi della sostenibilità del servizio sanitario nazionale, legata a un problema di sottofinanziamento governativo e al costante invecchiamento della popolazione - ha sottolineato Fabi - ci obbliga a guardare subito al futuro. L'Emilia-Romagna ha un servizio pubblico sanitario forte ed efficiente, e siamo sempre tra le Regioni benchmark per i Livelli essenziali di assistenza, ma non vogliamo e non possiamo accontentarci". Quanto alla rete ospedaliera, non si va verso nessuna chiusura, ma verso un miglioramento dell'efficienza. Un obiettivo è quello del potenziamento degli ospedali di comunità "con 900 posti letto entro il 2026 (rispetto ai 378 attuali)".
Sul tema delle liste d'attesa ha detto: "Siamo la regione che ha la produzione specialistica ambulatoriale più alta d'Italia; ora dobbiamo governare meglio la domanda di accesso, attraverso un forte patto con i prescrittori".
Dalle opposizioni sono arrivate critiche sui "contenuti" di questi obiettivi. "Non si capisce quello che l'assessorato potrà fare. C'è un problema di bilancio", ha sottolineato la consigliera Marta Evangelisti (Fratelli d'Italia). "Vorremmo capire dove andranno le tasse richieste alla cittadinanza", ha aggiunto Valentina Castaldini (Forza Italia). "I costi dei centri di assistenza e urgenza appaiono superflui, dato che risulta un aumento del 5% degli accessi ai pronto soccorso", ha incalzato Nicola Marcello (Fratelli d'Italia). Per Elena Ugolini (Rete civica) "è positivo che l'assessore abbia affermato che si vuole mettere al centro il paziente, ma serve ridimensionare i numeri del personale sanitario, di cui deve essere maggiormente valorizzato il merito".
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