Ravenna, Rivani, direttore de LaCorelli, parla delle diverse attività: «Un impegno a 360° per la cultura musicale»

Elena Nencini
Una diffusione capillare sul territorio per ritagliarsi un proprio spazio legato alla formazione di un nuovo pubblico musicale, questo è uno dei primi impegni de LaCorelli che cura diverse rassegne sul nostro territorio, oltre naturalmente a esibirsi in concerti e incisioni discografiche o audiovisive. Il direttore de La Corelli, Jacopo Rivani racconta le novità,
Rivani quante attività diverse portate avanti: «Un profluvio risponde, a cui si aggoingono le attività dell’Orchestra Arcangelo Corelli, che ha una composizione di musicisti molto variabile da 3 a una 30, ma in alcune occasioni arriviamo anche a 70 elementi». Tra le rassegne da poco presentate anche quella Brisighella e la storica «Armonie» a Castelbolognese, perché continua Rivani: «Lo facciamo con devozione, lavoriamo sul territorio e cerchiamo di portare la musica in luoghi dove solitamente non arriva. LaCorelli ha saputo lavorare per formare un pubblico nuovo, che possa giovare a tutte le realtà presenti sul nostro territorio. Cerchiamo di costruire delle rassegne su misura, con un’anima precisa, per i diversi luoghi: a Brisighella puntiamo sulla sinfonica, A Castel Bolognese è un riassunto di tante attività che portiamo avanti, a Lugo family e educational, a Cervia un crossover pop, a Bagnara di Romagna facciamo le anteprime, le prove aperte, mentre a Ravenna torneremo con delle collaborazioni al museo Classis».
Tra le tante attività de LaCorelli anche la Scuola Utili di Castel Bolognese, la scuola ad indirizzo bandistico di Solarolo e le attività in 10 istituti comprensivi della provincia. Una risposta entusiasta da parte dei ragazzi sottolinea Rivani: «Rispondono benissimo basta parlare il loro linguaggio: siamo riusciti a capire qual’è la cifra per arrivare ai ragazzi, a parlare a chi non fruisce, più in generale, un teatro. La cifra è la multidisciplinarietà: quando si porta in scena un concerto non deve essere una ricezione passiva, le 9 sinfonie di Beethoven che abbiamo presentato lo scorso anno sono andate tutte esaurite. Il pubblico era in mezzo all’orchestra, respira in mezzo all’orchestra e io raccontavo loro le caratteristiche della musica. Con questo sistema stiamo fidelizzando un pubblico, diverso. Pensi che con il nostro progetto «Gian Burrasca» abbiamo portato al Teatro Bonci di Cesena 500mila persone».