Ravenna, proseguono i lavori in mare e a terra per il rigassificatore. Snam soddisfatta dei tempi

Emilia Romagna | 14 Giugno 2024 Economia
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Elena Nencini
Diversificare le forniture e le rotte dell’importazione di gas naturale liquefatto (gnl): sono queste le strategie messe in atto dall’Unione Europea e dall’Italia, dopo le difficoltà di approvvigionamento causate dalla guerra tra Russia e Ucraina.
A Ravenna nel 2025 entrerà in funzione la Fsru (floating storage regasification unit – unità di rigassificazione galleggiante) BW Singapore nel corso del 2025, sarà ubicata al largo delle coste di Ravenna, a circa 8 chilometri di distanza da Punta Marina.
In Italia oggi sono 4 gli impianti di rigassificazione: una fsru, la Golar Tundra, a Piombino, la piattaforma offshore di Rovigo, il terminale onshore di Panigaglia. A Livorno è in fase di manutenzione l’altra fsru di Olt, ormeggiata al largo del porto. Ravenna sarà il quinto impianto di rigassificazione sul quale l’Italia potrà contare per ricevere gnl liquido che una volta rigassificato sarà immesso nella rete nazionale. Le due frsu di Snam, la Golar Tundra e la BW Singapore, potranno, da sole, contribuire al 13% del fabbisogno nazionale di gas, portando la capacità di rigassificazione a oltre il 30% della domanda.
La BW Singapore è attesa per la fine dell’anno in porto.

I LAVORI PREVISTI
Il rigassificatore sarà ormeggiato in corrispondenza dell’esistente piattaforma Petra del Gruppo PIR. Comunemente chiamata il «Ragno», lunga 350 metri e alta 11,5 metri,   veniva utilizzata per ricevere le navi petroliere. Una volta eseguiti i lavori di adeguamento delle strutture, degli arredi e degli impianti, la piattaforma potrà ospitare il nuovo terminale che verrà rifornito ad intervalli regolari, al massimo una volta alla settimana, da navi metaniere.
Per proteggere l’impianto e le navi metaniere da potenziali mareggiate, verrà realizzata, a poca distanza dalla piattaforma, una diga frangiflutti.
Per quello che riguarda invece il metadonotto è previsto un tratto a mare e uno a terra: i lavori offshore interesseranno la costruzione del tratto di metanodotto a mare (sealine), lungo 8,5 km e profondo 14 metri. L’approdo terrestre, in prossimità della spiaggia di Punta Marina, con la creazione di un microtunnel lungo 1.300 metri.
Dopo aver percorso il tratto offshore il metanodotto si svilupperà per circa 1,9 km prima di raggiungere l’impianto PDE. Da questo punto, il metanodotto si estenderà per altri 32 km, formando un anello intorno al nucleo abitato cittadino, per poi ricongiungersi con il cosiddetto «Nodo di Ravenna», punto di interconnessione con la Rete Nazionale Gasdotti.

STATO DEI LAVORI
In attesa della nave rigassificatrice a Ravenna, da febbraio 2024, si sta lavorando allo smantellamento della piattaforma Petra. Da inizio maggio si sta lavorando all’installazione delle strutture per la nuova piattaforma in mare e i lavori di posa della condotta sottomarina che dovrebbero essere pronti a giugno. 
I lavori sono state affidati a tre aziende del territorio Rosetti Marino, Saipem e Micoperi. In questi giorni la nave gru Yudin, di proprietà di Micoperi, sta installando 50 pali di acciaio, con diametro da 1,5 a 3 metri, lunghezza oltre i 90 metri e peso sino a 450 tonnellate ciascuno. Le operazioni prevedono l’uso di 14/15.000 tonnellate di acciaio e sono finalizzate ad approntare l’intera struttura della piattaforma di ormeggio del rigassificatore. La nave gru installerà anche passerelle e briccole, per un totale di oltre 15mila tonnellate. 
Lo stato di avanzamento dei lavori è pari a circa l’80% delle opere a terra e a circa il 35% delle opere a mare. I lavori per la diga, che saranno completati entro ottobre 2026, partiranno, invece, tra agosto e settembre.  Gabriele Paolo Lanza, Director Lng, International And Energy Transition Projects di Snam, ha dichiarato: «Il modo in cui stiamo rispettando il cronoprogramma è per Snam motivo di soddisfazione ed è anche l’ennesima dimostrazione della grande reattività con cui il nostro Paese, a tutti i livelli, ha saputo reagire alla situazione prodottasi con lo scoppio del conflitto russo-ucraino, costruendo in breve tempo condizioni di sicurezza energetica che poggiano anche sulla flessibilità e sulla diversificazione degli approvvigionamenti abilitata dai nuovi rigassificatori. Tutto questo, peraltro, ci sta consentendo di valorizzare le professionalità e le competenze di varie realtà aziendali del territorio ravennate, che da tempo sono un valore aggiunto per tutto il comparto dell’oil&gas».
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