Ravenna, Malavolta (Admo ER): «Donare è un vero miracolo compatibilità 1 su 100 mila»

Emilia Romagna | 18 Febbraio 2023 Cronaca
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Elena Nencini
Donare il midollo osseo può essere risolutivo nella guarigione dei tumori del sangue come le leucemie, i linfomi e il mieloma, ma anche patologie non oncologiche come l’aplasia midollare e le mielodisplasie. Ogni anno in Italia ci sono circa 2mila persone che hanno bisogno di un trapianto di midollo per curare la loro malattia: essenziale quindi individuare il donatore compatibile. In Italia l’Admo (ass. Donatori midollo osseo) ha come obiettivo proprio la sensibilizzazione e l’incremento del Registro Nazionale Italiano Donatori di Midollo Osseo in maniera tale che ogni paziente in attesa di trapianto possa trovare un donatore compatibile ed avere una nuova speranza di vita. A spiegare le iniziative dell’associazione e le problematiche da affrontare è Rita Malavolta, presidente di Admo Emilia-Romagna e di quella nazionale.
Quanti donatori sono iscritti a Admo Emilia Romagna?
«93.515 a livello regionale, di cui 10.575 a Ravenna. Siamo un’associazione di volontariato regionale con declinazioni nelle 9 sedi strutturate e una sede legale a Bologna».
Quali sono i vostro obiettivi?
«La nostra mission è molto chiara , data dai nostri padri fondatori, che è iscrivere donatori al Registro italiano del midollo osseo, essendo la compatibilità con un ricevente un fattore importante, il 99% per un trapianto che abbia un buon esito, la compatibilità è 1 su 100mila. Quindi più donatori iscriviamo più aumenta la possibilità per una persona in attesa di trapianto di trovare il proprio donatore. Attualmente le persone in attesa di trapianto trovano il proprio fratello genetico in una percentuale pari  al 75-80%. Resta una percentuale del 20% che non trova il proprio donatore. Quando si arriva al trapianto significa che la medicina convenzionale, non convenzionale, sperimentale non ha dato esito positivo e quindi diventa l’ultima speranza di vita».
Come è la situazione in Emilia Romagna rispetto alle altre regioni?
«L’Emilia-Romagna è la prima a livello nazionale in termini di reclutamento donatori e di percentuale sul totale della popolazione. Come Admo ER abbiamo fatto una politica un po’ diversa rispetto alle altre regioni andando controtendenza rispetto ai dettami del Ministero: davanti a delle liste di attesa importanti nel 2014 abbiamo iniziato a fare il kit salivare invece del prelievo sanguigno, che può essere fatto esclusivamente in ambiente ospedaliero. Un metodo più rapido, perché può essere eseguito in ogni luogo - scuole, università, eventi di piazza - per estrarre il dna e poter essere inseriti nel Registro nazionale dei donatori. Questo ci ha consentito di passare, nel 2013, da circa 1600 donatori a circa 9000». 
La pandemia ha influito anche sul reclutamento?
«Si, perché il nostro reclutamento che si basa al 70% sul kit salivare durante la pandemia è stato bloccato, abbiamo avuto circa 2000 iscrizioni tramite prelievo di sangue». 
Qual è il profilo del donatore di midollo?
«Inizialmente, 30 anni fa, l’associazione prese corpo e anima grazie a persone che vissero sulla loro pelle la disgrazia della malattia, in modo positivo o negativo. Noi reclutiamo i donatori nelle scuole, nelle università. Tutti coloro che entrano nel Registro, il 99,9% entrano a livello volontario mettendosi a disposizione di chiunque abbia necessità di un trapianto, non solo di un proprio caro. Come per Cristina e Donato - gli ultimi due eventi  che stiamo organizzando -  siamo molto chiari: siamo a disposizione non di Donato e Cristina, ma tutti i Donato e Cristina nel mondo che necessitano di un trapianto»
Cosa significa essere donatore di midollo osseo?
«Significa donare 4 ore della propria vita contro la vita intera di una persona. La raccolta di cellule staminali può avvenire in due modi: prelievo da sangue periferico  dove al donatore viene somministrato un farmaco che promuove la crescita delle cellule staminali emopoietiche nel midollo osseo e il loro passaggio nel sangue circolante. Tale tipologia di donazione, indicata come aferesi, utilizza dei macchinari noti come “separatori cellulari”: il sangue prelevato da un braccio viene veicolato in una centrifuga. Ci vogliono circa 4 ore per riempire la sacca. L’altro invece è il prelievo dal midollo osseo che consiste nel prelievo direttamente dalla sede naturale del midollo osseo, ovvero le ossa del bacino. C’è una piccola degenza ospedaliera, l’intervento dura circa 45 minuti e, dopo il prelievo, il donatore è tenuto sotto osservazione per le successive 24/48 ore prima di essere dimesso e si consiglia un periodo di riposo precauzionale di 4-5 giorni».
Come mai è diventata presidente dell’associazione?
«L’’impegno nel sociale mi ha sempre caratterizzata, ho cercato di mettermi al servizio di chi ha bisogno, di chi tempo non ne ha. Come il 99%  dei nostri donatori ho vissuto un’esperienza a carattere personale, ho voluto ho trasformare un’esperienza negativa in qualcosa di positivo. E’ una cosa che fai fatica ad accettare, mentre il fatto di accompagnare i donatori a donare è una grande soddisfazione in termini di speranza di vita. E quindi cerchiamo di dare agli altri, egoisticamente, deve essere un grande riscatto nei confronti di un destino che non può essere buono. Guarire grazie a una donazione come il midollo osseo è un miracolo della vita. Una nostra donatrice che ha donato alla viglia di Natale, ha avuto una lettera dal ricevente - naturalmente anonimo . E’ stato il più bel regalo di Natale che potesse ricevere».
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