Ravenna, incidenti sul lavoro in aumento, in calo i mortali: parla Papa, presidente di Anmil

Emilia Romagna | 13 Luglio 2024 Cronaca
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Elena Nencini
I dati nazionali per quanto riguarda incidenti sul lavoro e malattie professionali nei primi 5 mesi del 2024 sono in crescita, secondo i dati dell’Inail: le denunce di infortunio con esito mortale sono state nei primi 5 mesi del 2024: 369 (+3,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, pari a 38.868 (+24%). Le denunce di infortunio sul lavoro presentate entro il quinto mese del 2024 sono state invece 251.132 (+2,1% rispetto a maggio 2023 e in diminuzione del 22,4% rispetto allo stesso periodo del 2022). 
Tra i comparti, i più toccati sono stati Industria e servizi, che passa da 310 a 312 denunce mortali, l’Agricoltura (da 36 a 40).
Se andiamo a guardare i dati della regione Emilia Romagna per il mese di maggio le denunce di infortunio sul lavoro passano da 6600 a 6735, in leggero aumento, +2%, trend confermato nei 5 mesi da gennaio a maggio, passando dai 31.737 del 2023 ai 32.169 del 2024, +1,36%. Le denunce di infortunio per Ravenna e la sua provincia a maggio passano da 468 nel 2023 a 603 nel 2024, così come nel periodo gennaio-maggio 2023 si passa da 2687 denunce a 2876 nel 2024 con un incremento del 7%. Sicuramente più confortanti i dati per gli incidenti mortali: infatti se nel periodo da gennaio-maggio 2023 si sono verificati 4, nello stesso periodo del 2024 sono zero.
Per le malattie professionali a Ravenna passiamo da 41 denunce a maggio 2023 a 66 nel 2024, un confronto sui primi  5mesi da 241 a 283, +17%
L’Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) di Ravenna ha rinnovato a giugno i propri vertici presidente Tommaso Papa, vice presidente Andrea Manchia, consiglieri territoriali Antonio Ricci, Ciro Esposito, Patrizia Tagliatti, Antonio Franco Oriolo, Paolo Fantini.
Papa, che è stato consigliere territoriale per molti anni, racconta la situazione nella nostra provincia.
Di cosa si occupa Anmil?
«Cerchiamo di puntare sulla prevenzione degli incidenti sul lavoro, prevalentemente ci occupiamo di fornire assistenza a chi ha subito un infortunio sul lavoro, dalle visite medico-legali all’assistenza per le pratiche, ma anche il sostegno alle famiglie nei casi, purtroppo, di incidenti mortali. Oggi, come ieri, non è accettabile morire di lavoro ma dai numeri che emergono dai dati Inail sembra che nulla cambi nonostante la tecnologia, la consapevolezza e le norme stringenti. Come presidente Anmil territoriale, in comune accordo con il Consiglio, mi impegnerò affinché si mettano in pratica azioni precise e strategiche che riescano a incidere su un fenomeno troppo sottovalutato ma che incide fortemente sul Paese, quale la scarsa sicurezza nei luoghi di lavoro, e su quelle che sono le tutele sempre più ridotte e inique di coloro che si infortunano o contraggono una malattia professionale».
Quanti iscritti avete?
«Siamo un’associazione che copre tutto il territorio da Ravenna a Cervia, Lugo e Faenza. Abbiamo circa 3000 iscritti e gli infortuni purtroppo ci sono. Se guardiamo i dati nazionali che mettono a confronto il 2023 sul 2022 in Emilia Romagna ci sono stati 49.372 infortuni denunciati contro 45.327, -8.2%. Dati in calo anche per i mortali: 50 in regione nel 2022 mentre nel 2023 si passa a 40, a Ravenna si passa da 8 morti nel 2022 ai 5 del 2023. In aumento le malattie professionali denunciate 269 nel 2022 a 327 nel 2023, +21.6%. C’è sempre più attenzione alla sicurezza sul lavoro come dimostra l’ultimo D.L. 19/2024 che comporta un inasprimento delle pene, ma c’è bisogno di maggiore prevenzione che riesca a ridurre gli incidenti, anche se il rischio zero non esiste. Si cerca di ridurre i costi abbassando la qualità dei dpi e della sicurezza: serve più prevenzione e formazione in tutte le aziende». 
Quali sono i settori più a rischio sul nostro territorio?
«Industria e edilizia sono genericamente i settori più penalizzati per gli incidenti, mentre l’ufficio lo è per le malattie professionali pensando alle  posture. Rimane una differenza tra uomini e donne, visto che i primi lavorano in settori genericamente più a rischio. In aumento anche le malattie professionali».
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