Ravenna, Fabbri (Itl): «Il futuro del porto è l’Oriente, decisivi i lavori in corso»
Elena Nencini
«Ridisegnare gli orizzonti. Il porto di Ravenna verso una nuova centralità mediterranea» è stato il titolo del convegno che si è tenuto in Camera di Commercio a Ravenna, dove Guido Fabbri, presidente dell’Istituto per i Trasporti e la Logistica (Itl), ha presentato un’analisi sull’hub bizantino, affrontando il tema del posizionamento dei traffici e delle evoluzioni future.
Il 2024 si è aperto con un calo importante dei traffici, ci si aspettava una risalita concreta in questi mesi. Che ne pensa?
«Credo che siano presenti dei fattori esogeni e che questi dati non rappresentino le potenzialità attuali né tanto meno future del porto di Ravenna. I fattori che hanno portato al calo delle movimentazioni sono noti a tutti: ma oltre la guerra in Ucraina, le tensioni in Medioriente, gli Houthi nel mar Rosso, c’è una difficoltà che comincia a sentirsi nell’economia europea, specie in Germania dove esportiamo prodotti finiti del distretto ceramico. Durante il convegno ho cercato di dare un’idea non solo della situazione attuale ma anche delle potenzialità dello scalo del porto di Ravenna».
Il nostro hub può puntare verso nuovi traffici?
«Siamo reduci da un importante evento al Transport Logistic China 2024, dove siamo riusciti a mettere in evidenza le potenzialità del nostro scalo riscuotendo grande interesse da parte degli operatori asiatici come valida alternativa portuale per il commercio con l’Europa, anche in previsione dell’approfondimento dei fondali e della realizzazione del nuovo terminal containers, che daranno la possibilità di sviluppare sicuramente nuove linee per il trasporto merce con il Far East. Sapir ha già attivato un traffico di automotive che sta dando risultati. Ravenna potrebbe diventare un’alternativa interessante per i commerci verso l’Estremo Oriente oltre a porti tradizionali come Genova, La Spezia, Gioia Tauro che fa soprattutto transhipping».
È necessario incentivare la promozione secondo lei?
«Credo che questa fiera sia stata una spedizione positiva che merita di essere continuata per promuovere il porto di Ravenna per i commerci con l’Asia, oltre alle tradizionali aree del Mar Nero, Medio Oriente, Africa, Europa».
Un asso importante sarebbe la Zls (Zona logistica semplificata)?
«Itl ha svolto un’attività di consulenza e di assistenza per la Regione Emilia-Romagna per l’elaborazione del piano strategico della Zls: lo abbiamo presentato più di un anno e mezzo fa, ci hanno chiesto alcune integrazioni e piccole modifiche. Poi c’è stato il silenzio. Stiamo aspettando una risposta e che venga istituita concretamente la Zls. La Regione ha cercato di strutturarla come zls dell’Emilia-Romagna tanto che il suo perimetro non è concentrato tutto sul porto di Ravenna, ma comprende varie aree disseminate sul territorio, che hanno un nesso funzionale e commerciale con l’hub bizantino, ma che non devono essere per forza confinanti.
Se sarà fatta partire ci saranno poi quelli che sono stati stimati come impatti rispetto alle attività del porto e delle parti economiche interessate: parlo delle semplificazioni amministrative e di alcune agevolazioni fiscali seppure limitate. Questi due elementi sarebbero in grado di produrre benefici importanti sia per il porto che per le aree economiche interessate».
Quanto saranno importanti i lavori attualmente in corso per il futuro del porto?
«Molto, poi dovrà seguire una promozione adeguata. Anni fa facemmo uno studio come Itl e uno dei problemi principali del porto di Ravenna erano proprio i fondali. L’approfondimento dei fondali permetterà navi più grandi e lo renderà molto più attrattivo. Il rifacimento delle banchine, la realizzazione del nuovo terminal container potranno dare una spinta molto importate all’aumento dei traffici container. Il porto di Ravenna è già leader italiano per le rinfuse, è fra i leader italiani per le merci varie, con l’approfondimento dei fondali e la realizzazione del nuovo terminal potrà incrementare in maniera importante il traffico dei container. Questo sarebbe molto importante perché i container sono un tipo di traffico che produce molto valore aggiunto».
A fronte di una crisi economica più ampia si potrebbe sperare in una ripresa breve?
«Fare le previsioni è difficile, ma se si dovesse ristabilire un po’ più di stabilità geopolitica i lavori che si stanno facendo toglieranno alcuni importantissimi fattori che limitavano le potenzialità di sviluppo del porto».