IL TESSITORE DEL VENTO di Guido Tampieri - Anatomia di un mito

Emilia Romagna | 07 Novembre 2023 Blog Settesere
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Guido Tampieri - Tutti esprimono solidarietà a Giorgia Maloni. Sembra proprio non ci si possa sottrarre. La destra ma anche la sinistra. Come ocarine allo stagno. Perfino l’acido Governatore della Campania, sgarbato fin quasi alla volgarità nei confronti della Segretaria del suo partito, che pure di qualche manifestazione di vicinanza avrebbe bisogno, visto che non può certo tirare su il Pd da sola. Con tutta la sentenziosa intellighéntia progressista che ha messo il cervello a riposo e non sa più dare buoni consigli, ma solo cattivi esempi di mai sopiti risentimenti.
Una solidarietà più simile a un riconoscimento che a una formula di circostanza per una separazione che non è mai facile per nessuno. Come se la Leader di Fratelli d’Italia avesse eroicamente respinto una minaccia, anche se, in questo caso, è lei, la solidarizzata, a rivolgerle un po’ a tutti i suoi avversari «che si rotolano nel fango». Eppure nessuno ha minacciato nell’occasione la presidente del consiglio, nessuno l’ha ricattata, visto che, notoriamente, non è ricattabile.
Nessuno se non il compagno (forse l’equivoco nasce da questa parola) ha recato offesa alla donna, alla sposa, e men che meno alla madre. Ha fatto tutto da sola, come si conviene a un vero capo, abituato a stare «un passo avanti agli uomini». È lei che ha deciso di lasciare Giamby per punirlo di peccati che ai più sono parsi immature esibizioni di un gallo cedrone. È lei che ha annunciato l’evento urbi et orbi, anche a coloro che, francamente, se ne infischiano. A testimoniare la sua determinazione. Tanta gente si lascia, anche nelle famiglie tradizionali, senza cospargere il quartiere di locandine.
Non ricordo che qualcuno a destra, uomo, donna, giornalista, opinionista, abbia espresso solidarietà a Veronica Lario all’atto della rottura del vincolo matrimoniale contratto con Silvio Berlusconi. Nessuno disse: «Che donna!».
Malgrado l’oltraggio subito fosse ben più grave e la prosa delle vergini portate al drago certo più coraggiosa di una maldestra lezione di fisica sull’impenetrabilità dei corpi. Solo carognesca macelleria. I più generosi si chiesero quanto avrebbe portato a casa col divorzio.
«Il Duce ha sempre ragione» si diceva. Non è più quel tempo, ma il mito dell’uomo forte resiste anche nella variante femminile. Non potendo costruire il mito fondativo di un partito che un fondamento presentabile non ce l’ha (ancora ieri, a Lucca, Fratelli d’Italia si è opposta alla intitolazione di una Via al «partigiano» Sandro Pertini!), la destra sovranista si è dedicata anima e corpo alla mitizzazione delle qualità politiche e civili di una donna intelligente, risoluta e, tuttavia, ben lontana dal possedere le virtù valoriali e le idee che contraddistinguono uno/a statista.
Le caratteristiche modeste dell’entourage più stretto, lungi dal rappresentare un’attenuante, sono la testimonianza di una limitatezza d’orizzonte che l’abilità manovriera non basta a dissimulare. Anche la storia dell’under dog ha il sapore della plastica: Giorgia Meloni giovinetta era certo meno ricca di Kennedy, ma meno povera di tanti altri giovani che hanno percorso i sentieri della politica senza protezioni altrettanto importanti.
Ma tant’è, nulla è più difficile da incrinare di una suggestione, che ha il potere di diventare fatto senza un fondo di autenticità. Perfino la vis polemica viene scambiata per autorevolezza. Accadde anche con Renzi, pronosticandogli un regno ventennale.
I Grandi, gli statisti, uniscono. Questi qui dividono. Quando non discriminano. Seguendo linee di faglia corporative, privilegiando i privilegiati, dileggiando i diseredati. I lavoratori senza diritti. Ora anche i pensionati. Indifesi da un’inflazione a due cifre. Da una parte i condonati, dall’altra i condannati. Dove muore la solidarietà, alligna solo l’ingiustizia. Vestita di mielate parole, intese a persuadere, non a ricercare la verità. Non c’è Ministero di questo Governo che non spenda i nostri soldi per farsi propaganda sui media. Quando non credi più a nulla, sei disposto a credere a tutto. Forse sui giudizi pesa la povertà della politica attuale, dove anche l’ombra di un nano sembra più lunga. Ma l’efficacia della comunicazione non basta a nobilitare l’ingiustizia.
Ascoltata la Premier in Parlamento. Agli ecologisti ha dato lezioni di ecologia. Alla Sinistra lezioni di solidarietà. Ai Grillini lezioni di tutto. A tutti lezione di democrazia. Il popolo, ha dichiarato, dirà la sua fra 4 anni. Nel frattempo, tutti zitti. Parlamento e cittadini.
 
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