Alluvione, in 60 al Pala De Andrè. L’assessore Baroncini e Mistral spiegano come è andata: «Sono stati allertati 500 fragili, all’hub erano sconsolati in tanti»

Emilia Romagna | 26 Settembre 2024 Cronaca
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Elena Nencini
Ravenna città si è salvata anche questa volta dalle acque dei fiumi che sono tracimati nella provincia (vedi i servizi nelle altre pagine), ma la paura è stata tanta, anche solo a sentire lo scroscio ininterrotto della pioggia per un giorno intero. 

L’ASSESSORE BARONCINI: 
«ALL’HUB OSPITATE 60 PERSONE»
Il sistema per far fronte dell’emergenza ha retto bene, come spiega l’assessore alle politiche sociale Gianandrea Baroncini: «A fronte dell’emergenza maltempo manifestatasi a partire da mercoledì 18 settembre ed alla attivazione del Centro operativo Comunale, i Servizi Sociali del Comune di Ravenna hanno assicurato la presenza dei propri operatori per rispondere alle esigenze dei cittadini, sia per l’assistenza e accoglienza ma anche per le informazioni sulle misure messe in atto dal Comune di Ravenna per fronteggiare l’emergenza, gli aggiornamenti sull’evoluzione della situazione. Già in fase di preallerta, ed ovviamente poi in allerta, sono state contattate complessivamente oltre 500 persone fragili grazie ad una mappatura costantemente aggiornata in condivisione fra Comune di Ravenna ed Ausl della Romagna. Per 4 persone, con particolari esigenze di natura socio sanitaria, sono stati costruiti percorsi di ospitalità in strutture idonee». Un’emergenza che si è concretizzata già ai primi albori di mercoledì 18 quando si è cominciato ad allestire l’hub del Pala De André, continua l’assessore: «Con la prima ordinanza di evacuazione il personale del servizio ha contribuito, insieme alle volontarie e ai volontari di protezione civile, all’istituzione dell’hub di accoglienza presso il Pala de Andrè dove sono state ospitate complessivamente 60 persone, di cui 45 provenienti da Traversara di Bagnacavallo e zone limitrofe, trasportate a Ravenna con servizio di Elisoccorso ed ospitate per la notte. L’hub è stato attivo a partire dalle ore 18 di mercoledì 18 settembre ed è stato chiuso alle ore 14 di venerdì 20 settembre, verificata la cessata emergenza e organizzato il rientro a casa delle persone» All’interno dell’hub sono stati garantiti, spiega Baroncini: «La presenza continua di assistenti sociali, al fine di monitorare le diverse situazioni di fragilità e coordinare gli interventi necessari con il centro operativo comunale. Sono state inoltre effettuate chiamate ad oltre 30 strutture che ospitano minori, anziani e disabili per capire le diverse situazioni, verificare la possibilità di trasferire gli ospiti ai piani alti o ad altra sede, e offrire aiuto per l’attivazione di eventuali servizi socio sanitari di supporto all’eventuale trasferimento di ospiti non in grado di muoversi in autonomia. Sono poi state effettuate altrettante chiamate di controllo per verificare in corso di evento l’insorgenza di difficoltà e per assicurarsi della corretta applicazione delle prescrizioni previste per salvaguardare l’incolumità delle persone e degli ospiti».

SANSONI (MISTRAL): «ALL’HUB IN TANTI ERANO SCONSOLATI»
Presenti fin dall’inizio dell’emergenza con una cinquantina di volontari l’associazione Mistral Rc Protezione civile, la cui coordinatrice Flavia Sansoni, racconta: «Oggi (lunedì 16 nda) è San Pio il protettore della protezione civile e abbiamo deciso di fermarci per due ore per avere un momento per noi con la benedizione degli automezzi alla chiesa di San Vittore da don Claudio. Anche per i non credenti è un momento di riflessione, ed oggi più che mai ne abbiamo bisogno. E’ stata una settimana molto intensa cominciata mercoledì 18 alle 3.30 del mattino quando abbiamo aperto l’hub, caricato le brandine, ed atteso i primi evacuati da Traversara che sono stati portati dagli elicotteri al Pronto soccorso e poi all’hub». 
Per Sansoni il senso generale che provavano queste persone: «Era lo sconforto, non erano nemmeno arrabbiati, ma non so cosa è peggio. A maggio del 2023 la gente era sotto shock perché da romagnoli, terra di gente tosta, pensavamo di essere immuni, come succede  con le malattie: pensi che capitino  solo agli altri, invece ci siamo accorti che siamo fragili». A garantire i servizi essenziali all’hub la Protezione civile, spiega Sansoni: «Abbiamo portato  la colazione, generi di prima necessità, come spazzolini, i calzini, l’intimo, tutto nuovo perchè quando ci si sente in ordine ci si sente meglio, e molti erano usciti di casa così come erano, in pigiama o vestaglia. Abbiamo cercato di dare quei generi di conforto che non sono risolutivi ma servono». 
Non solo generi di prima necessità ma anche l’importanza dell’ascolto, continua la coordinatrice di Mistral: «C’era un signore di 92 anni e mezzo, lucidissimo, autonomo, che ha raccontato di come la sua famiglia avesse già vissuto le alluvioni: “E mi bab, e mi non era capitì, i racunteva che...”. Mi hanno fatto molta tenerezza questi anziani che non erano né arrabbiati ne’ sconsolati perchè dicevano “‘e’ capitè”».
Il lavoro dei volontari di Mistral non si è fermato a Ravenna: «Abbiamo dato una mano all’evacuazione dell’ospedale di Lugo, abbiamo fatto sacchi, tirato via l’acqua in maniera tale che poi i volontari potessero togliere il fango. Inoltre il Comune di Ravenna ha voluto una squadra in pianta stabile a Fornace Zarattini per tre giorni, con le motopompe sui mezzi, pronte a intervenire in caso di bisogno. Adesso stiamo ancora riordinando perchè il nostro lavoro continua anche quando torniamo in sede: c’è tutta la manutenzione delle motopompe, le coperte da lavare e igienizzare, mettere sotto vuoto, pulire le brandine. La gestione dell’attrezzatura è essenziale».
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La latitanza dimostrata dagli esponenti del Governo nazionale nei confronti dei territori alluvionati è senz'altro esecrabile, tuttavia ai Signori Sindaci nostrani che si sono prontamente precipitati sui luoghi disastrati per infangare i loro stivali nuovi (ma guardandosi bene dal socializzare con gli alluvionati comprensibilmente imbestialiti) bisognerebbe chiedere se in attuazione del Piano Stralcio Rischio Idrogeologico, con particolare riferimento al Rischio idraulico (le cui norme dovevano da tempo essere obbligatoriamente recepite nei Piani Regolatori comunali), per qualunque costruzione in area a rischio di esondazione hanno sistematicamente prescritto e acquisito il documento tecnico di valutazione preventiva del tirante idraulico necessario per l'adozione delle opportune contromisure di salvaguardia, perché in caso contrario suggerirei agli sconsolati cittadini alluvionati di fare causa per danni ai propri Amministratori locali (responsabili della salvaguardia della pubblica incolumità) per il fatto di non avere ottemperato ad un obbligo di legge.
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