In questo fine d’anno si apre un nuovo capitolo per la Cassa di Risparmio di Cesena, che ha raccolto la storia e l’esperienza che furono della Cassa di Risparmio e della Banca del Monte di Lugo, poi della Banca di Romagna: l’istituto è entrato nell’ambito e nella governance di CariParma e Credit Agricole Italia che, con questo nuovo perimetro, diventa uno dei primi Gruppi Bancari del Paese.
Un passaggio complesso, con l’attivo della banca gravemente appesantito dalla presenza di crediti inesigibili e la necessità di rispettare nuove norme, assai più rigorose delle precedenti, adottate dalla BCE e recepite dalla legislazione italiana nell’autunno del 2015. Così le autorità che governano il settore hanno cercato di salvaguardare la stabilità del sistema bancario, messa a repentaglio dai pesanti effetti negativi innescati da una crisi economica iniziata da un decennio e che, se da un lato inizia a mostrare evidenti segnali di inversione di tendenza, dall’altro continua a scaricare sulle banche la massa pietrificata e non più rigenerabile dei crediti inesigibili: un costo per il sistema bancario, ma anche un depauperamento per le risorse del Paese.
«Dobbiamo esprimere la nostra valutazione largamente positiva – afferma il presidente della Fondazione lughese Raffaele Clò – non solo sul fatto che la banca è stata salvata (e questo lo facemmo nel luglio del 2016 quanto intervenne la ricapitalizzazione da 280 milioni dello Schema volontario del Fitd, anche se ciò comportava una pesante svalutazione per tutti gli azionisti, noi compresi), ma pure per il fatto che la soluzione definitiva è avvenuta con l’intervento di una delle maggiori banche a livello europeo (Credit Agricole, appunto) e sulla scorta di un piano industriale che prevede il rilancio della banca: potranno quindi riprendere consistenza e dinamicità le funzioni storiche della “nostra” Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lugo a supporto dello sviluppo della Bassa Romagna, delle sue imprese e dei progetti delle sue comunità, senza più l’ambizione di un “governo localistico”, ma con un rilevante potenziale di crescita e con la garanzia di un solido Gruppo alle spalle. La nostra Fondazione – conclude Raffaele Clò – si è già espressa, anche se in via non ufficiale, per soluzioni lineari ed efficaci nella ricomposizione organizzativa della banca all’interno del nuovo Gruppo. Pur consapevoli del ruolo decisamente marginale della nostra partecipazione in termini numerici, abbiamo offerto e confermeremo tale offerta in prossime occasioni a Cariparma Credit Agricole, la disponibilità a collaborare secondo progetti condivisi e nell’ambito della valorizzazione delle nostre funzioni storiche e statutarie, per il rilancio della banca nel primario interesse delle imprese, dei cittadini e di tutta la nostra comunità»