"Le Perle", scempio sull'A14, il Comune deve avere ancora 400mila euro
Lo scheletro di lamiere, ferro e cemento è sempre lì. Immobile, incompleto e tristemente grigio da più di tre anni. La struttura de «Le Perle» appare una fortezza abbandonata di calcestruzzo affacciata sulla trafficata arteria dell'A14. Una vetrina, da 80milioni di euro, dimenticata e lasciata alla mercé del tempo in attesa che qualcuno si faccia vivo per ridare una parvenza di sontuosità a quello che doveva essere il fiore all'occhiello del fashion style manfredo. Nei 26.000 metri quadrati del «Life style village» invece dei luccichii di grandi nomi della moda, oggi, abitano solo i fantasmi dei desiderata. Scatole grigie e vuote, spazi aperti non curati, vialetti interni e parcheggi occupati da erbacce, animali e velleità commerciali infrante. A rendere ancora più grave la situazione di questo investimento mancato, c'è il fatto che il Comune di Faenza deve ancora ottenere circa 400mila euro dei 2 milioni di euro compensativi messi a fidejussione del progetto da parte della proprietà, la «Faenza erre». Questa compensazione onerosa è ben lungi dall'essere entrata tutta nelle casse di palazzo Manfredi. All'appello mancavano ancora 380mila euro. La situazione viene confermata dal sindaco Giovanni Malpezzi. «Delle cinque rate da versare entro i quattro anni dal ritiro del permesso di costruzione, oggi al territorio ne manca ancora una. L'ultima. A seguito di questo, il 3 novembre 2014 abbiamo richiesto formalmente alla Banca di San Marino spa il pagamento. Dopo una prima comunicazione negativa arrivata dalla stessa abbiamo ripresentato, nel settembre 2014, la richiesta». A tutt'oggi l'istituto di credito sanmarinese non ha provveduto al pagamento di quanto dovuto e quindi il Comune «è ricorso per vie legali per effettuare un decreto ingiuntivo contro la banca». Di fatto la situazione economica registra una mancanza di queste risorse che l'amministrazione faentina utilizza per finanziare le iniziative del centro storico. Tutto sommato il Sindaco non sembra preoccuparsi. «Immaginavamo che un diniego potesse arrivare, era forse più strano se questo non si fosse verificato. Non abbiamo tempistiche per la risoluzione - conclude il sindaco - ma siamo fiduciosi che la situazione si possa risolvere positivamente».
(Riccardo Isola)
La storia del progetto partito 5 anni fa
Il cantiere dell'area di via Cassanigo (S. Andrea) è partito cinque anni fa. L'Unieco scrl, colosso delle costruzioni di Reggio Emilia nonché general contractor per la Faenza erre proprietaria del complesso, ha dato il via nel 2010 al mega progetto che avrebbe dovuto creare una cittadella della moda con 125 negozi di grandi marche. Il tutto entro due anni. Sogni infrantisi però molto in fretta. Nel 2012, oltre alla crisi economica imperante e della mancata vendita degli spazi, si era arrivati attorno al 50%, arriva l'annuncio dello slittamento per il taglio del nastro fissato a Pasqua 2014. Data mai rispettata vista la notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno della richiesta di concordato da parte dell'azienda di Reggio Emilia. Era marzo 2013. Da qui l'iter giudiziario ha prima rallentato e poi bloccato tutto. Nemmeno l'arrivo del contratto di leasing di Sonae Sierra, realtà portoghese specialista nel settore dei centri commerciali, ha invertito la situazione. Con conseguenze finanziarie negative per il territorio. I sei comuni della Romagna faentina, per questo investimento commerciale, avevano ottenuto una serie di interventi economici di perequazione coperti da una fidejussione di 2milioni di euro.