Processo Poggiali, l'anatomopatologo spronò l'Ausl a chiamare la Procura
Il 30 ottobre s'è tenuta la terza udienza del processo che vede alla sbarra Daniela Poggiali, infermiera 43enne in forze al reparto di medicina dell'Umberto I di Lugo, accusata della morte della paziente Rosa Calderoni. Tra i testi anche il medico di turno la mattina in cui avvenne il decesso, Marco Peppi e gli anatomopatologi Maurizio Puccetti che eseguì la prima autopsia per una morte 'sospetta' e Claudio Morisi cui la Procura chiese di prelevare l'umor vitreo dal cadavere della Calderoni. "Mi stupii - ha raccontato quest'ultimo- che mi fossero state chieste anche indagini su bile, sangue ed urine della paziente: su 5 mila autopsia circa che ho eseguito in oltre trent'anni di attività mi era stato richiesto solo due volte. Nell'aprile dello scorso anno, invece, mi venne richiesto nel giorno di un paio di giorni dunque pensai che si stesse cercando tracce di qualcosa, o insulina o potassio, anche se non immaginavo certo ad un sospetto sul coinvolgimento di qualcuno nella morte della Calderoni. E' comunque vero che per la paziente, nonostante fosse entrata in ospedale il giorno prima con diverse patologie, non trovai cause naturali in grado di giustificare una morte così rapida. Pertanto mi rivolsi alla direzione sanitaria e suggerii loro di allertare la Magistratura". Si stupì del repentino peggioramento delle condizioni della Calderoni anche il dottor Peppi che, alle 9 dell'8 aprile la trovò in stato comatoso e fece giusto in tempo a chiedere una tac d'urgenza e ad effettuare un prelievo di sangue per l'emogas che la paziente morì, prima che ci fosse il tempo materiale di effettuare il primo accertamento ed avere il risultato del laboratorio analisi per il secondo. Chiesi l'autopsia proprio per chiarire le cause del decesso e, solo nei mesi successivi, venni a conoscenza che il primario del reparto, Giuseppe Re, aveva chiesto anche un'analisi tossicologica utilizzando parte del campione di sangue che avevo prelevato oltre all'analisi di bile, sangue ed urine". Richieste 'anomale' che misero in allarme gli anatomopatologi.