Acqua e tradizione per il mosaico dell'Onda al Museo di Classe
Acqua, mosaico e tradizione sono le parole d'ordine del Mosaico dell'Onda che ha inaugurato sabato 31 al Museo di Classe, ideato dall’architetto Andrea Mandara, curatore del progetto di allestimento del museo e da Paolo Racagni, mosaicista e direttore artistico dell’iniziativa. Il mosaico caratterizzerà la scalinata del museo per una lunghezza di più di 33 metri, sottolineando il legame tra Ravenna, il porto e mare come spiega Racagni. «Era necessario – spiega il professore ravennate - mettere un segno che contraddistinguesse la rampa d'accesso e che collegasse il museo a tutti gli altri punti del parco archeologico e quindi considerare il mosaico come la conclusione di un percorso archeologico che parte dal porto, passa da San Severo e arriva al museo. Sono stati individuati tre elementi: l'acqua fondamentale per Ravenna, il mosaico, che è un'altra identità forte della città, ed infine la tradizione. Per questo ho scelto il mosaico tradizionale, anche se ci potevano essere soluzioni informali, nuove. Ma era importante rimanere nella tradizione e rispettare la scuola ravennate». Perchè la scelta dell'onda? «Non è nata dalla forma, ma dal racconto di Italo Calvino Palomar: il protagonista osserva il mare e descrive un onda. Leggendo ho trovato gli elementi che mi collegavano al museo: tutte le onde sono uguali, ma allo stesso tempo diverse, è impossibile isolarla dalle altre,sono costituite da una serie di flussi, ma da singola non esiste. Palomar analizza allora il fenomeno perp parti come fa un museo. Quindi ho pensato che l'onda conduce dal porto di classe al museo ma è anche viceversa per che dal museo fuoriescono rinnovare nuovi saperi verso il porto e l'esterno». Come è stato realizzato? «L'esecuzione è stata fatta da un'equipe, composta da 5 restauratori e due studentesse dell'Accademia di Belle Arti di Ravenna. Volevo tornare al mosaico come lavoro di equipe non di un singolo, a come si lavorava ai tempi dei grandi cicli delle basiliche ravennati. Sono stati impiegati una tonnellata di smalti vetrosi, tagliati a mano alla maniera bizantina con tagliolo e martellina, Ci siamo rapportati alle dimensioni delle tessere di Galla Placidia, le nuances cromatiche sono state desunte dall'osservazione dei mosaici dei nostri monumenti, con tre nuances differenti, chiaro intermedio, scuro, ogni elemento è caratterizzato da 8 nuances differenti, la cosiddetta modulazione cromatica». Alla presentazione sono intervenuti Elsa Signorino, presidente Fondazione RavennAntica, Fabrizio Matteucci, sindaco di Ravenna, Lanfranco Gualtieri, presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Alberto Cassani, coordinatore Ravenna 2015. (Elena Nencini)
(foto Massimo Fiorentini)