Fondali porto: il nuovo progetto che sta spaccando Ravenna, spiegato a punti

Ravenna | 26 Ottobre 2015 Economia
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L’approfondimento dei fondali del porto ha subito l’ennesima frenata mercoledì 21 ottobre scorso in Comitato portuale, quando al termine della presentazione definitiva del progetto da parte del presidente dell’Autorità, Galliano Di Marco, non si è andati alla delibera per consentire al Comune di Ravenna di «approfondire il progetto delle casse a mare», spiega il sindaco Fabrizio Matteucci che per questo motivo considera «fin troppo ovvio il non aver preso una decisione mercoledì». In Comitato sono stati depositati la relazione tecnica, la stima dei costi/coperture (due ipotesi), il cronoprogramma (due ipotesi, ma è difficile pensare prima del 2017), planimetrie di sintesi (progetto preliminare, progetto definitivo e ipotesi di rimodulazione) e la bozza di delibera del Comitato portuale. Il 5 novembre, nella commissione Ambiente del Comune di Ravenna, Di Marco illustrerà al pubblico il nuovo progetto.

FONDALI E BANCHINE
Il progetto prevede una riduzione dell’approfondimento all’imbocco da 14 a 13,5 metri, lo stesso escavo fino a Largo Trattaroli e 12,5 metri contro gli 11,5 del Progettone fino alla Darsena San Vitale che tanti mal di pancia aveva fatto venire ai terminalisti delle rinfuse. Nel Progettone era previsto l’adeguamento del 40% delle banchine, mentre oggi sarà obbligatorio procedere a migliorarne il 100% in quanto si supereranno ovunque gli 11,5 metri.

LE CASSE A MARE
«Il tutto sarà possibile solo con le casse a mare», ammonisce però il presidente Di Marco che sostituiscono quelle a terra sequestrate dalla procura di Ravenna e che non si sa quando verranno sbloccate.
Senza, dei 3-4 milioni di metri cubi previsti, si potrebbe togliere solo il milione all’imbocco che è previsto a mare. Nella rimodulazione infatti un milione di metri cubi proveniente dalla canaletta d’ingresso finirà a mare, mentre altri 2 milioni di metri cubi nelle casse sulle dighe. In ballo c’è circa un altro milione se si trova una destinazione a terra. Sono previsti anche la realizzazione di due casse di colmata provvisorie nelle aree portuali denominate Logistica 1 e 2 - Distripark, come previsto dal piano regolatore portuale vigente

L’IMPIANTO
Parallelamente ci sarà la realizzazione di un impianto di trattatamento dei fanghi. Le soluzioni sul tavolo sono due. La prima prevede un impianto temporaneo, più veloce da realizzare, e uno fisso e continuativo con una capacità tra i 230mila e i 240mila metri cubi l’anno che necessita di tempi più lunghi. Il progetto verrà realizzato in project financing, quindi senza esborsi pubblici. L’impianto definitivo è in pole, ma una decisione non è ancora stata presa. Non è nemmeno escluso che vengano percorse tutte e due le strade: un impianto temporaneo in attesa di quello definitivo.

TERMINAL CONTAINER
Della Rimodulazione fanno parte anche il posticipo della realizzazione sia del nuovo terminal container, rinviato ad una seconda fase, in presenza della disponibilità dell’area Trattaroli, attualmente sequestrata, della presentazione del relativo business plan da parte dei terminalisti privati interessati e del reperimento di adeguato finanziamento pubblico supplementare (ad oggi stimato in circa 47 milioni di euro), sia della piattaforma logistica portuale, alla quale piattaforma si darà corso solo a seguito degli esiti di una attività concertata con le istituzioni territoriali competenti, volta alla puntuale verifica delle problematiche esistenti e alla definizione delle linee di sviluppo pianificatorio del sistema logistico-portuale anche in attuazione delle azioni individuate dal Piano strategico nazionale della portualità e della logistica.

Christian Fossi
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