Lugo, più di 600 richieste d'aiuto in dieci anni per Demetra
Sono più di 600 le donne in difficoltà che negli ultimi dieci anni hanno trovato sostegno nell’associazione lughese Demetra. Un compleanno che le volontarie del sodalizio hanno voluto celebrare con la festa organizzata sabato 17 ottobre al centro sociale Il Tondo di via Lumagni.
L’associazione che si occupa delle donne vittime di violenza, dal 2005 fino ad oggi, ha fatto molta strada. «Quando abbiamo iniziato 10 anni fa - ricorda la presidente Nadia Somma - eravamo ospiti nella sede della coop. La Giraffa». Nel 2006 arrivò la sede di via Garibaldi, e l’attività decollò: qui le donne potevano trovare assistenza psicologica e legale e imbastire un percorso per rientrare nel mondo del lavoro.
E la convenzione siglata nel 2013 con l’Unione dei Comuni ha permesso di ampliare gli orari di apertura (da 4 a 15 ore settimanali) e sviluppare il Progetto Pegaso, per l’ospitalità in caso di emergenza di donne in difficoltà su impulso delle forze dell’ordine o del personale del Pronto soccorso, che prevede l’assistenza e l’ospitalità in strutture adatte al soggiorno per brevi periodi di tempo. «All’inizio del 2014 è entrata in funzione la Casa rifugio grazie alla sensibilità dimostrata da un cittadino che ci ha affidato un immobile in comodato gratuito – aggiunge Nadia Somma – che permette di ospitare donne e minori per lunghi periodi, tra i sei mesi e un anno, in un luogo sicuro e segreto». L’associazione ha inoltre organizzato diversi incontri e occasioni di approfondimenti dedicati agli studenti o aperti a tutta la cittadinanza «perché - ricorda Nadia Somma - la prevenzione è fondamentale».
In dieci anni è stata offerta assistenza a circa 600 donne e sono state ospitate «in emergenza» 50 donne e 51 minori. Nella casa rifugio sono state accolte 6 donne ed altrettanti minori. Numeri importanti destinati a crescere. «Gli obiettivi per i prossimi anni - rileva la presidente - riguarda il centro di via Garibaldi: abbiamo chiesto un aiuto alle istituzioni per ampliare gli orari di apertura. Quando siamo passati dalle quattro alle 15 ore settimanali, le richieste di aiuto sono più che raddoppiate. Gli standard previsti dalla direttiva europea in materia sottolineano la necessità di un posto letto in casa rifugio ogni 7500 abitanti: per questo occorre una secondo casa rifugio per portare la ricettività a 11 o 12 posti letto. E puntiamo ad implementare le occasioni di confronto e approfondimento dedicate in particolar modo ai più giovani, perché la prevenzione è uno degli strumenti più importanti, e alle comunità di immigrati, con le quali si ravvisa la necessità di impostare un rapporto basato sul dialogo»