«Seguirò il filo di una storia più lunga che forse racconterò a puntate come ho fatto con i primi Album. Di più, per ora, non so». Marco Paolini non è esattamente prodigo di dettagli sulla sua nuovissima fatica, quella che lunedì 26 ottobre in pratica debutterà, alle 21, sul palco del teatro Masini di Faenza. Il titolo però dice più di qualcosa: Numero primo. Studio per un nuovo Album di sicuro si riallaccia alla fortunata serie degli Album a cui l’autore e attore bellunese si dedicò nei primi anni della sua carriera, una serie di narrazioni teatrali nata prima di quel Vajont che avrebbe dato a Paolini il riconoscimento nazionale (oltre che la fama televisiva e parecchi premi prestigiosi). Adriatico, Tiri in porta, Liberi tutti, Aprile ’74 e 5, Stazioni di transito e Miserabili furono altrettante puntate di un’inesausta epopea autobiografica che partiva raccontando opere altrui (come
Le petit Nicolas di
René Goscinny o
I ragazzi della via Paal di
Ferenc Molnár). E, comunque, Paolini ribadisce che Numero primo «non sarà un monologo ma un Album. Riprenderà il filo di memorie, luoghi, facce ed esperienze che ha finora accompagnato la crescita del protagonista Nicola nella geografia e nella storia recente del nostro Paese. Per alcuni gli Album sono un racconto generazionale, uno sguardo ironico girato all’indietro. Io stavolta vorrei cambiare registro. Ho un’età in cui non sento il bisogno di guardare indietro, preferisco sforzarmi di immaginare il futuro, così farò un Album con nuovi personaggi, e forse manterrò qualcuno dei vecchi. Parlerò della mia generazione alle prese con una pervasiva rivoluzione tecnologica. Parlerò dell’attrazione e della diffidenza verso di essa, del riaffiorare del lavoro manuale come resistenza al digitale».
Biglietti 12-22 euro, info 0546/21306.