Turismo, Faenza e Imola alleate, da gennaio una società unica di promozione

Faenza | 18 Ottobre 2015 Cronaca
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Terre di Faenza addio. Dal 1° gennaio 2016 la promo-commercializzazione turistica del comprensorio della Romagna faentina andrà a braccetto con quella imolese. Un matrimonio inedito, ma atteso. I consigli dei sei comuni faentini hanno approvato, in questi giorni, la messa sul mercato delle loro quote. In totale il 49% dei titoli del consorzio pubblico-privato con sede a Riolo Terme. Una riorganizzazione che porterà il nuovo centro della valorizzazione del territorio ad uscire da un eterogeneo mix di offerte legate al business, alla territorialità e alla cultura. L'idea di fondo della nuova architettura gestionale è che le quote in possesso dei comuni faentini vengano, di fatto, acquistate dal ConAmi. Azione già effettuata precedentemente a Imola con Stai (Società turismo area imolese). Nel nuovo soggetto il 51% delle restati saranno invece in mano ai privati (terme, albergatori, associazioni di categoria). L'assetto di governance del nuovo soggetto vedrà un consiglio di amministrazione composto da sette persone. Tre imolesi, tre faentini ed un direttore nominato dal ConAmi. Saranno invece sei i dipendenti che confluiranno dalle strutture esistenti in Stai e Terre di Faenza. Dal nuovo anno, si parla del 1 gennaio 2016 come data di operatività mentre la fusione tra Stai e Terre di Faenza arriverà a fine 2015, nascerà un nuovo comprensorio turistico che raggrupperà 16 comuni (10 nell'imolese e 6 nel faentino) e che dai confini pianeggianti della bassa imolese arriverà fino alle porte di Forlì. Un territorio diviso a metà dalla via Emilia che metterà sul piatto dell'incoming locale differenti ambiti tematici: enogastronomia, ambiente, sport, benessere, cultura e musica. La riorganizzazione turistica porterà a due diverse aree di lavoro. Rimarranno in seno ai comuni la gestione degli uffici turistici e di informazione mentre al nuovo soggetto competerà l'azione, tanto necessaria quanto oggi carente, della commercializzazione e progettazione operativa dell'incoming. Creare pacchetti, soggiorni e proposte turistiche operative saranno gli ambiti e le materie sulle quali si giocherà il successo dell'operazione. Altra questione delicata, che non mancherà di far discutere, è quella dell'imposta di soggiorno. Se a Faenza sarà introdotta a partire dal nuovo anno, ma le associazioni di categoria hanno dichiarato la loro contrarietà, ad Imola questa è presente dall'aprile di quest'anno. La regolamentazione e l'omogenizzazione dell'imposta, per molti sarà uno dei temi caldi che attraverserà la riorganizzazione del nuovo comprensorio turistico faentino-imolese. (Riccardo Isola)

I numeri: 34 alberghi, 50 agriturismi, 130 ristoranti, oltre 100 cantine
La nuova struttura che si dedicherà alla promo-commercializzazione turistica potrà contare su basi ricettive e di offerta ai visitatori di spessore. Si sta parlando infatti di 34 alberghi (16 nell'imolese e 18 nel faentino), circa 50 tra agriturismi e locande (37 nel faentino e 10 nell'imolese), 3 Bed & Breakfast (32 nel faentino ed 1 nell'imolese), 1 rifugio (Carnè) e circa una trentina di affittacamere. Inoltre imponente sarà l'offerta legata alla promozione del gusto e dell'enogastronomia. Il nuovo soggetto potrà contare, infatti, su circa 130 templi del buon mangiare (96 nel faentino e 32 nell'imolese) ed oltre un centinaio tra cantine ed aziende vitivinicole sparse tra collina e pianura. Stando alle statistiche e alla performance passate, il nuovo territorio partirà da una base di appeal turistico di circa 150/160mila arrivi e circa 500mila presenze annue (dati del 2014).
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