Fabrizio Pasi
Autunno, è già tempo della nuova stagione teatrale della Filodrammatica Berton. La compagnia, che ha chiuso la precedente a maggio con Il pozzo della Grande grande rana, mettendo in luce alcune promesse come Lisa Lippi Pagliai e Martina Celotti, riprende il 9 ottobre con riconferme e novità.
Si parte come sempre col Bota sò, il potpourrì di scenette dialettali e musica (dei Devils, anni '60) il 9, 10 e 11 ottobre sempre alle 21. Seguiranno gli Amici del Fontanone con E' re de petrôli il 16, 17 e 18 ottobre, alle 21. A novembre con cinque spettacoli si celebrano i 50 anni di Frazcõ l'à vèt e' lot. Parte il 7 la Compagnia del Borgo di Faenza, diretta da Rita Gallegati, segue l'8 il Gruppo teatrale Acropolis di Cotignola, per la regia di Arianna Bragliani, chiude la Berton per la regia di Luigi Antonio Mazzoni i giorni 13, 14 e 15. Il calendario prevede poi La bella addormentata nel bosco, con dieci repliche tra novembre e dicembre, e a capodanno I furb incanté, che Mazzoni dirigerà al teatro Masini. A gennaio la Filodrammatica presenterà la commedia brillantissima Territori di caccia, nella prima metà di febbraio gli Amici del Teatro di Cassanigo proporranno Una not de' cvarãntacvatar, da fine febbraio al 20 marzo torna la Berton con Non sparate sul postino di Derek Benfield, seguito in aprile da E' dutor di mët, da Eduardo Scarpetta. Rientra nel calendario del teatro anche il trittico di incontri sul dialetto Lõn ad mêrz, il 7, 14 e 21 marzo. La Filodrammatica riproporrà anche il laboratorio Ti piace recitare?, dai 20 ai 50 anni, e il Labo Ado, per adolescenti.
«La stagione dopo il Bota sò - spiega Luigi Antonio Mazzoni - va avanti con la celebrazione dei 50 anni della riduzione di Frazcõ. La Berton su questa commedia ha costruito le sue basi, poi sono arrivate le altre, solo dopo è arrivato il teatro. Ma di questo testo abbiamo fatto 109 repliche, e a novembre andremo in scena con l'ultimo cast, salvo un attore. Sottolineo anche la fiaba e I furb incantè, due successi della scorsa stagione, e Territori di caccia, un testo che scrissi tempo fa per un concorso e poi ho allungato. Voglio sottolineare la chiusura della stagione con gli spettacoli dei laboratori e la rassegna delle scuole faentine, a maggio. Ma voglio ringraziare anche tutti quei bertoniani che lavorano senza recitare, e quindi appaiono poco ma svolgono compiti o ruoli importanti: i costumi, le scene, il servizio in sala, le luci».