Carlo Lucarelli anticipa i contenuti dei suoi prossimi libri su Pasolini e l'Eritrea
«Quello che faccio e il come farlo l’ho davvero cominciato ad imparare a scuola. Le mie radici stanno qua». L’ha detto Carlo Lucarelli lunedì 5 ottobre, e non l’ha detto a Bologna o nella sua Mordano, ma a Faenza, in occasione dell’apertura del trentesimo anno della Libera Università per Adulti, in un gremitissimo auditorium del liceo Torricelli. Quello che Lucarelli frequentò negli anni ’70. «Ci sembrava la casa dei vampiri – ha ricordato lo scrittore -, ma per me fu davvero un luogo di luce. Non ho grandi ricordi scolastici di Parma, ma una volta in Romagna già le medie, che frequentai a Faenza con un’ottima insegnante, Olga Zoli, lasciarono il segno perché mi venne insegnato come scrivere e pensare. Al liceo conobbi due professori influentissimi: Elio Tampieri e Giovanni Cattani (al quale era dedicata la serata, nda). Gli anni ’70, là fuori, erano turbolenti, ma io non ne sapevo nulla, mi piaceva raccontare le cose ma non ero uno che si fermava troppo a pensare. Con Cattani imparai a raccontare il mondo con passione, lui si lanciava in digressioni appassionate su tutto lo scibile e mi influenzò, mi comunicò anche l’impegno civile, il fatto che capire poteva portare a cambiare. Nei miei libri, insieme all’intrattenimento e alla denuncia di fatti che non conosciamo ma ci capitano sotto il naso, cerco sempre di dare a chi legge un impulso per migliorare le cose».
P.P.P.
«Uscirà a breve P.P.P. Pasolini un segreto italiano, per il quarantennale della sua morte. Per scriverlo ho incontrato tante persone che lo hanno conosciuto e amato e devo dire che Pasolini continua a dividere e far discutere, chi lo considera pura estetica e chi solo, esclusivamente “etica”. Certo, ha prodotto molto e anche cose controverse, nel libro naturalmente indago anche la sua morte. Il “mio” Pasolini più che il poeta è quello di Io so, libro che denuncia i misteri italiani, che costruisce un disegno dietro a tutti questi fati criminosi ma non riesce a dimostrarlo. Anche la lettura del Pasolini polemista, peraltro attualissimo, è di quelle che insegnano a pensare».
IL TEMPO DELLE IENE
«In contemporanea uscirà anche Il Tempo delle Iene, il mio terzo libro sull’Eritrea, che dopo L’Ottava Vibrazione e Albergo Italia con il capitano Colaprico alle prese con una serie di omicidi a carattere rituale. Ma sarà la spalla del capitano, il carabiniere indigeno Ogbà, a rivelarsi cruciale per le indagini, con la sua capacità di penetrare sia la mentalità italiana che quella autoctona. Ancora una volta non sarà un giallo classico, finisco sempre a raccontare i meccanismi dell’Italia di oggi. Del resto, nel libro al “tempo dei sogni” si sostituisce quello “delle iene”, ma un personaggio commenta che “E’ sempre il tempo delle iene”». (f.sav.)