Giordano Sangiorgi: «Questo sarà il mio ultimo Mei»
«In luglio Audiocoop è stata accreditata dal Ministero come società di collecting, l’unica in Italia con sede in una città di provincia, le altre stanno a Roma e Milano. Questo significa che il mio lavoro da qui in avanti sarà quello di ripartire i diritti connessi delle produzioni indipendenti, un ruolo fondamentale per la nuova musica italiana. E’ un risultato che abbiamo costruito in questi anni, tanto che abbiamo già 2.800 marchi accreditati. A questo punto il Mei, che ha portato al riconoscimento di queste esigenze nel mondo della musica italiana, non potrà più essere la mia principale occupazione».
Dodici mesi fa un’agenzia di stampa nazionale lanciò la notizia che Giordano Sangiorgi avrebbe lasciato la guida del Mei. Si trattò di un fraintendimento (al quale il settimanale che state leggendo non diede credito, nda), ma questa volta il patron del Mei sembra essere davvero impossibilitato a gestire in prima persona il futuro della sua creatura, nata una ventina d’anni fa e diventata un punto di riferimento per la musica indipendente italiana e i diritti di musicisti ed etichette.
«Rimango naturalmente disponibile a seguire l’evoluzione del Mei in futuro – precisa Sangiorgi -, e credo che un’efficace politica di sistema con molti attori coinvolti sia quello che occorre per far andare avanti un evento che negli anni è stato al passo di un mondo, quello musicale, che si è evoluto in modo rapidissimo e spesso radicale. Già da qualche anno io curo personalmente la presenza dei grandi ospiti del Mei e il coordinamento tra le varie iniziative ma di fatto sono giovani operatori da tutta l’Italia che compongono il nostro programma con le loro iniziative. Tra l’altro, il Super Mei Circus che lanciamo quest’anno avrà un seguito itinerante in giro per l’Italia e io sarò in prima linea per fare in modo che il Mei possa andare avanti anche senza la mia guida». (f.sav.)