E' via don Tiso Galletti a Conselice la prima «Social street»

E’ nato tutto spontaneamente, poi via don Tisio Galletti a Conselice è diventata una vera e propria «social street». Un rapporto di buon vicinato che diventa collaborazione attiva su tutti i fronti.
Così se lo stendino del vicino cade o rimane allo scoperto in caso di pioggia, c’è sempre qualcuno che se ne accorge, avvisa ed eventualmente può andare a raccogliere i panni. Stessa cosa se suona un allarme o se qualcuno dimentica l’impianto di irrigazione acceso. Quando i bambini si trovano in un cortile i genitori vengono avvisati dai padroni di casa e quando si recano a scuola o al Cree estivo in bicicletta formano un piccolo corteo, ribattezzato «bicibus», dove il più grande vigila sul più piccolo. Ci si aiuta anche per i piccoli lavoretti, magari in cambio di una bottiglia di grappa, meglio se artigianale
«Io e Petra Benghi – dice Chiara Succi, che con l’amica condivide una villetta bifamiliare - abbiamo iniziato a costruire le nostre abitazioni nel 2007 e, fin dalla prima visita ai lotti, abbiamo stretto amicizia con una coppia, lui di Bologna e lei di Conselice, che viveva già in quella zona». Allora le case erano una manciata. Poi, col tempo, sono arrivati nuovi vicini, tra cui molte famiglie giovani con figli. Come si faceva una volta, ci ‘passiamo la voce’ quando ci incontriamo per strada o da giardino a giardino» racconta Chiara.
Quattro anni fa è stata organizzata la prima cena del quartiere, che si affaccia sul parco La Tana. «Era ottobre, una giornata caldissima in cui gli alpini ci hanno dato una mano a preparare polenta e salsiccia – racconta Chiara -. Una iniziativa ben riuscita, tanto che molti di noi sono rimasti fino alla cena». Oggi il Comune concede il patrocinio per queste feste di vicinato, fornendo qualche tavolo e qualche panca, oltre alla chiusura della strada al traffico. Il maltempo ha costretto gli organizzatori a rimandare la tavolata in programma sabato 23 maggio a data da destinarsi, probabilmente a ottobre. Anche se qualcuno, in via ufficiosa, non ha rinunciato alla grigliata.
Sono circa una quindicina le famiglie che oggi danno vita alla «social street». «Sono circa la metà dei residenti tra via Don Tiso Galletti, via Togliatti e via De Gasperi. «E’ nato tutto spontaneamente – continua Chiara Succi -, si tratta di piccole banalità, non dovremmo fare scalpore. Certo, questo non vuol dire che tutti vadano d’accordo e qualcuno, semplicemente, è più riservato. Ma altre famiglie dalle strade adiacenti si stanno avvicinando a questa esperienza».
Martina Ancarani è arrivata qui tre anni fa col suo compagno. «Mi hanno invitata fin da quando sono iniziati i cantieri» dice. Da lei è partita l’iniziativa di creare un gruppo sul social network WhatsApp per evitare sprechi alimentari: «Se qualcuno ha del cibo che non consumerà – dice Martina – può cederlo al vicino. Oppure se qualcuno deve fare acquisti, come il caffè via internet, può condividere le spese di spedizione».
E l’esperienza ha raggiunto tutti i crismi dell’ufficialità quando, prima nella provincia di Ravenna, è stata iscritta al registro italiano delle «social street», il sito web nato in via Fondazza a Bologna. «Con l’iscrizione al sito – spiega Petra Benghi – siamo entrati nella rete delle ‘social street’: questo ci permette di utilizzare il marchio e di condividere le nostre esperienze. Anche il quartiere Marabini di San Patrizio, che organizza la festa del vicinato da almeno 20 anni, è entrato a farne parte. Ora pensiamo anche ad un orto di quartiere a Conselice e stiamo valutando le condizioni per realizzare questa idea».