Il sindaco di Lugo, Davide Ranalli: «Avanti verso il Comune unico». Le reazioni

Bassa Romagna | 20 Febbraio 2015 Blog Settesere
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«Ci aspettano nuove sfide importanti per mantenere e migliorare qualità la
dell'amministrazione: dall'area vasta alla provincia Romagna senza perdere
tempo, ma non solo. Dobbiamo andare senza indugi verso il Comune unico della Bassa Romagna». E' un Davide Ranalli, sindaco di Lugo, deciso quello (venerdì sera in un teatro Rossini gremito da imprenditori e autorità per i 70 anni della Cna della provincia di Ravenna) che ha lanciato la promessa di fare di tutto per superare i confini attuale dell'amministrazione.
«Serve una spinta ancor più forte da Regione e Governo in questa direzione – continua – In questi anni abbiamo avuto la scialuppa Unione dei Comuni, ma ora serve il coraggio per andare verso il Comune unico. L'Unione è stata un'innovazione, ma dobbiamo superarla prima che diventi una barca zavorrata».
Le associazioni di categoria degli imprenditori chiedono da sempre un cambio di marcia da parte degli enti locali. E se l’Unione della Bassa Romagna è un modello che ha fatto scuola lungo tutto lo stivale, prima di passare a nuovi assetti, anche se la Regione è pronta a contribuire economicamente all’accorpamento tra enti occorre avere le idee chiare sull’obiettivo e sul percorso necessario a raggiungerlo.
«L’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha rappresentato in questi anni la
risposta all’esigenza di razionalizzare la nostra macchina amministrativa per
migliorare e ampliare la qualità dei servizi forniti a cittadini e imprese -
spiega Luca Piovaccari, presidente dellìUnione e sindaco di Cotignola -. Oggi
occorre un ulteriore scatto per rafforzare il progetto di sviluppo per i nostri
territori. Il nuovo presidente della Regione, Stefano Bonacini, spinge per
favorire le fusioni tra comuni e occorre capire come questi propositi si
tradurranno in incentivi concreti e, di conseguenza, benefici alle nostre
comunità. Ma prima di compiere qualsiasi scelta, dal potenziamento dell'Unione
alla fusione tra comuni, occorre aprire un ampio confronto che coinvolga gli
enti pubblici, le associazioni di categoria, le parti sociali e tutti i cittadini della Bassa
Romagna per mettere a punto un nuovo modello amministrativo ancor più
efficiente, senza però perdere lo stretto rapporto che lega le comunità ai
servizi pubblici e al governo del territorio».
 
La messa a punto della macchina amministrativa dovrà comunque dare rappresentatività a tutte le comunità del comprensorio e passare attraverso il consenso dei cittadini per evitare «fusioni a freddo». «Mi aspetto che di fronte a una tale dichiarazione si esprimano anche i suoi colleghi sindaci e i rappresentati del Pd locale - afferma Davide Giovannini, della lista civica Bagnacavallo insieme -. Oramai è evidente a tutti che l'Unione, così come istituita, non può rimanere e debba evolversi». Ma la partita è molto complessa e la Bassa Romagna, prima ancora di essere un ente amministrativo, è un territorio che conta più di 100mila anime. «Una discussione – continua Giovannini - che deve essere avviata immediatamente e affrontata senza pregiudizi o campanilismi, ma aperta a tutti i cittadini dei 9 comuni e non ristretta alle sole associazioni di categoria e alle segreterie dei partiti. La nostra preoccupazione nasce dal sospetto che la decisione della fusione dei comuni sia già stata presa a livello di amministrazione regionale con l’avvallo del Pd, e pertanto che a noi cittadini non rimanga altro che subire gli eventi».
 

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