Nella seduta pomeridiana di giovedì scorso, il consiglio comunale ha approvato la delibera per l’aliquota al 3,3 della Tasi e le relative detrazioni ai possessori di case, presentate dall’assessore al bilancio Valentina Morigi. Hanno votato a favore i gruppi di maggioranza; contrario il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi.
L’assessora Morigi ha spiegato che rispetto a quanto stabilito in precedenza, nel bilancio comunale di previsione, sono stati infatti introdotti due tipi di detrazioni – una di base, inversamente proporzionale alla rendita catastale, e una ulteriore corrispondente a 50 euro per figlio di età inferiore ai 26 anni - non previste dalla normativa nazionale, ma che il Comune di Ravenna attraverso una norma transitoria ha potuto introdurre. In questo modo – ha spiegato l’assessora Morigi - ristabiliamo una forma di equità andando a ridistribuire, attraverso le detrazioni, 4 milioni derivanti dalla nuova aliquota del 3.3 per cento. Rispetto a quella del 2,5 per cento, fissata a bilancio 2014 senza prevedere detrazioni, consentirà ai cittadini di pagare una tassa di importo pressoché analogo a quello della vecchia Imu. Infatti – ha proseguito Morigi – se avessimo mantenuto l’aliquota del 2,5, 30mila famiglie sulle 55mila proprietarie di case, avrebbero pagato un importo molto più alto dell’Imu, e 7mila di queste avrebbero pagato la tassa sulla casa per la prima volta. Con le nuove detrazioni invece la stragrande maggioranza dei proprietari di case ne viene avvantaggiata.
Per quanto riguarda le detrazioni alle famiglie con figli disabili anche di età superiore ai 26 anni (almeno con 2/3 di invalidità) la copertura finanziaria avverrà attraverso un apposito fondo di 400mila euro accantonato a bilancio a sostegno delle fasce deboli.
Alvaro Ancisi ha argomentato il voto contrario di Lista per Ravenna, esponendo “i molti inganni che gravano su questa tassa, riconducibili in gran parte alla sua natura di IMU prima casa mascherata come pagamento dei cosiddetti servizi indivisibili”. Di seguito, per punti, la sintesi dell’intervento (forniti dallo stesso consigliere).
- La modifica introdotta ripristina le detrazioni che valevano sull’IMU prima casa di cui, al momento, beneficeranno le 25.000 famiglie con rendita catastale fino a 650 euro. Ok, se il Comune lo avesse fatto mantenendo l’aliquota massima del 2,5 per mille, già esosa. Aumentandola al 3,3 impone, invece, che tale ‘beneficenza’ sia a carico delle altre 30.000 famiglie, che pagheranno di più. Ma la sola rendita catastale non è sinonimo di ‘ricchezza’. Cito un caso concreto segnalatomi: ‘Percepisco di pensione poco più di 1.200 euro al mese, ma non ho diritto agli 80 euro al mese in quanto pensionato; ho solo un appartamento di mia proprietà e mia moglie non lavora. Ho una sola automobile (piccola), ma dato che la rendita catastale del mio appartamento è di € 841,34 non ho diritto ad alcuna detrazione (con l'IMU avevo 200 euro). Morale della favola quando si rivedranno gli estimi catastali (al rialzo) nessuno avrà più detrazioni’.
- I ‘servizi indivisibili’, per cui si paga la TASI (manutenzione stradale, illuminazione pubblica, smaltimento delle acque piovane, polizia municipale, arredo urbano, manutenzione del verde pubblico) rappresentano un’ipocrisia, perché si tratta di servizi pubblici storici che da sempre sono finanziati con la fiscalità generale (IRPEF, IRAP, IVA,ecc.) e senza dei quali un Comune non avrebbe nemmeno ragione di esistere.
- E poi, questi ‘servizi indivisibili’ dovrebbero essere pagati da tutti i cittadini che li usano e non solo - come ha deciso il Comune di Ravenna - dai proprietari della prima casa, compresa la stragrande parte che la prima casa se l’è fatta con sacrifici, risparmiando anziché spendendo.
- Ma l’assessore non può dire che i molti milioni ricavati dalla TASI servono a ripianare i buchi del bilancio comunali prodotti da sprechi e clientelismi. Essendo incassati per i ‘servizi indivisibili’ devono essere spesi per mettere a posto le strade, il verde pubblico, ecc. e rendere visibile la polizia municipale sul territorio. Altrimenti i cittadini saranno non solo danneggiati, ma beffati”.
Al dibattito sono intervenuti:
Gianandrea Baroncini del Pd ha sottolineato come “in un percorso lineare, con impegno e coraggio, siamo riusciti a sfruttare quei margini normativi all’interno dei quali inserire meccanismi di maggiore equità. E’ stata una scelta amministrativa di alto livello anche quella di aver accantonato a bilancio i 400mila euro a fronte delle detrazioni alle famiglie con la presenza di figli disabili. Ora l’auspicio è che nel 2015 vengano a cadere i vincoli del patto di stabilità così da poter operare in modo più incisivo”.
Sarah Ricci di Sel: “Mi preme ringraziare l'amministrazione per il puntale lavoro di proiezione e per avere oggi la possibilità di scegliere avendo il quadro chiaro per poter ristabilire una forma di equità andando a ridistribuire, attraverso le detrazioni, quattro milioni derivanti dalla nuova aliquota. In sede di discussione di bilancio abbiamo sottolineato con forza la decisione dell'amministrazione di destinare risorse ad un fondo per le detrazioni, abbiamo anche invitato l 'amministrazione ad approfittare del tempo che ci separava da luglio per svolgere una serie di simulazioni sul possibile utilizzo dello 0,8% e sull'impatto effettivo della tassa e così oggi abbiamo la certezza che votando questa misura si faccia tutto quanto possibile per evitare un aumento di carico fiscale sulle rendite basse. Per quanto riguarda le detrazioni circa i figli a carico, oltre gli under 26, positiva è la scelta e la volontà di considerare anche quelli con disabilità gravi, dimostrando una attenzione particolare nei confronti di queste famiglie”.
Davide Buonocore di Idv: “Si è compiuta un’opera di ottima gestione finanziaria a favore delle fasce più deboli, come è nella vocazione di una amministrazione di centro-sinistra. Mi compiaccio anche del fatto che le nostre scelte siano state concertate con le parti sociali”.
Anche Diego Rubboli di Fedsinistra ha espresso approvazione per il lavoro svolto. “I tributi degli enti locali – ha detto – sono legati a una normativa cervellotica e poco equa. In attesa di norme più trasparenti dai prossimi governi, riusciamo a tamponare l’iniquità di questa tassa con le detrazioni”.
Roberto Ravaioli del Pri ha espresso soddisfazione per il lavoro svolto da assessora e uffici per le misure introdotte a favore dei cittadini per ristabilire una maggiore equità.
Durante la replica, riferendosi alla Tasi,
l’assessora Morigi ha parlato di “grande inganno, non ascrivibile però agli enti locali, che consiste nel fatto che per coprire il mancato gettito dell’Imu prima casa, la cui abolizione tout court non mi ha visto affatto d’accordo, ci si è ‘inventati’ la Tasi, che di fatto è comunque una patrimoniale.
Sono però convinta che la scelta fatta oggi dal Comune, avvalendosi della facoltà di portare l’aliquota Tasi dal 2,5 al 3,3 per mille, sia una scelta di equità, che non penalizza nessuno.
Perché chi aveva una rendita catastale di 1.500 euro ha pagato 1.100 euro di Imu, ne avrebbe pagati 650 con la Tasi al 2,5, ne pagherà 850 con la Tasi al 3,3. Invece di risparmiare 450 euro ne risparmierà 250 e ciò consentirà a chi ha una rendita catastale di 400 euro di godere all’incirca della stessa detrazione di cui godeva quando c’era l’Imu. Io questa non la definisco una operazione iniqua, la definisco una operazione di redistribuzione”.